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l'allarme
28 Giugno 2024 - 18:03
NAPOLI. Il mare di Napoli è in pericolo: «Nuovi scarichi fognari tra Gaiola e Nisida rischiano di devastare in modo irreparabile una delle piu' belle e preziose Zone speciali di conservazione europee». È l'allarme lanciato da Marevivo e dal coordinamento "Chi tene 'o mare". Il progetto di riconfigurazione della rete fognaria del Sin Bagnoli-Coroglio prevede, infatti, di far confluire tutti gli scarichi di piena dell'intero bacino idrografico occidentale di Napoli proprio all'interno della Zona speciale di conservazione europea IT8030041 "Fondali marini di Gaiola e Nisida", raddoppiando gli scarichi sulla battigia e potenziandoli sui fondali.
Nonostante siano appena scaduti i termini per presentare osservazioni alla Direzione generale Valutazioni ambientali del Ministero dell'ambiente e della Sicurezza energetica, il moto di protesta e la mobilitazione da parte dell'opinione pubblica sono state forti e sentite. «È nostro dovere istituzionale non ripetere gli errori del passato e cogliere l'opportunita' di ripensare e riprogettare integralmente il sistema fognario dell'area occidentale di Napoli, secondo i principi del ciclo integrato delle acque, del Green Deal europeo che prende le mosse dall'Agenda 2030 delle Nazioni Unite, tenendo conto anche della Nature Restoration Law approvata dall'Ue e della nostra Costituzione», ha dichiarato Rosalba Giugni, Presidente della Fondazione Marevivo e portavoce delle 16 associazioni che si battono per la difesa della Gaiola.
«Tutto cio' deve essere affrontato con soluzioni ambiziose. Il cambiamento climatico impone scelte strutturali che vadano nella giusta direzione, promuovendo un uso sostenibile e prolungato dell'acqua, qualunque sia il suo utilizzo». La Fondazione Marevivo e' in prima linea tra i promotori e sostenitori di questa mobilitazione partita dal basso che, avviata dall'Area Marina Protetta cittadina, ha coinvolto l'intero mondo della tutela ambientale e si sta allargando a tutti i settori della societa' civile.
In questi giorni, infatti, alle associazioni del Coordinamento tutela mare "Chi Tene o' Mare", che include ben 16 associazioni ambientaliste (Fondazione Marevivo Ets, Greenpeace Gruppo Locale Napoli, Fai - Fondo ambiente italiano, Wwf Napoli, Csi Gaiola Onlus Vivara Aps, Asoim, Let's do it Italy, Oceanomare Delphis Onlus, Onesea Alliance, Associazione Nemo Ischia, Legambiente Citta' Flegrea, N' Sea Yet, Cleanap, Associazione Domizia, Associazione Gea), si sono aggiunti tantissimi cittadini.
«Da oltre 20 anni, Napoli aspetta che si ponga rimedio a grossolani errori del passato che immisero in uno dei tratti di mare piu' preziosi del mondo, gli scarichi di bypass dell'impianto di trattamento fisico delle acque reflue di Coroglio. Perseverare oggi a distanza di 23 anni nel solco di quegli errori - ha rilanciato Maurizio Simeone, direttore dell'Area Marina Protetta Parco dommerso di Gaiola - sarebbe davvero imperdonabile, anche perche' oggi abbiamo tutti gli elementi conoscitivi che la ricerca scientifica ci ha messo a disposizione per permetterci di non fare piu' passi falsi e soprattutto rimediare a quelli che abbiamo fatto in passato, invece di perseverare. Fa davvero tanto piacere constatare, pero', che rispetto al passato tantissima gente di questa citta', e non solo, oggi e' pronta a difendere quest'ultimo scrigno di biodiversita' e storia del nostro mare».
Il Parco, infatti, si batte da oltre 20 anni per la chiusura dello scarico di troppopieno esistente e ha naturalmente presentato una cospicua relazione tecnico-scientifica di parere negativo sui nuovi scarichi. Lo specchio di mare tra la Gaiola e l'Isola di Nisida ospita habitat marini di enorme rilevanza, unici nel contesto costiero urbano. Tra questi spiccano tre vasti banchi di coralligeno, una delle comunita' biologiche piu' significative del Mediterraneo, assieme alla Posidonia oceanica, entrambe protette dalla Direttiva Habitat e dalla Convenzione di Barcellona. Inoltre, l'area e' ricca di reperti archeologici risalenti alla Villa imperiale del Pausilypon del I secolo a.C., il tutto incastonato in un paesaggio costiero di rara bellezza, dominato da alte falesie di tufo giallo Napoletano e lussureggiante macchia mediterranea.
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