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30 Giugno 2024 - 09:17
NAPOLI. Anche Napoli, come molte altre città italiane, si trova ad affrontare la sfida della mobilità sostenibile. Gli obiettivi europei sono ambiziosi: ridurre il numero di veicoli inquinanti, potenziare il trasporto pubblico, incentivare la mobilità attiva e il car sharing, tutto entro il 2030. Ma a che punto è Napoli? Secondo il rapporto Mobilitaria 2023, la città partenopea presenta un deficit del 56% rispetto agli obiettivi europei. Questo significa che in molti ambiti, come l'offerta di trasporto pubblico elettrico, la diffusione delle piste ciclabili e la quota di mobilità condivisa, c'è ancora molto da fare.
I PUNTI CRITICI. Trasporto pubblico: La rete di autobus elettrici è ancora troppo limitata e la frequenza delle corse non sempre è sufficiente. Piste ciclabili: La densità di piste ciclabili è inferiore alla media europea e la loro distribuzione non è omogenea su tutto il territorio cittadino. Mobilità condivisa: Il numero di veicoli in sharing (auto, biciclette, monopattini e scooter elettrici) è in crescita, ma ancora lontano dai livelli di altre città europee. Motorizzazione privata: Il tasso di motorizzazione, ovvero il numero di veicoli per mille abitanti, è ancora troppo alto.
SOLUZIONI. Per colmare il gap con gli obiettivi europei, è necessario un impegno concreto da parte di tutte le istituzioni coinvolte: Comune, Regione e Stato. Secondo i comitati ad hoc la soluzione è a portata di mano ma non sempre facile da cogliere. Infatti il primo punto sottoposto è investire nel trasporto pubblico. Ampliare la rete di autobus elettrici, aumentare la frequenza delle corse e migliorare l'integrazione tra i diversi mezzi di trasporto. Realizzare nuove piste ciclabili è il secondo passo che gli ambientalisti propongono. Creare una rete di piste ciclabili capillare e sicura che colleghi i principali quartieri della città. Poi incentivare la mobilità condivisa promuovendo l'utilizzo di car sharing, bike sharing e scooter sharing attraverso tariffe agevolate e campagne di sensibilizzazione. Una condizione che impone in maniera opposta disincentivare l'uso dell'auto privata istituendo più zone a traffico limitato, ma anche aumentando il costo dei parcheggi e potenziando i sistemi di controllo delle zone pedonali. «Napoli ha le potenzialità per diventare una città più vivibile e sostenibile. La sfida è ambiziosa, ma con il lavoro di tutti è possibile raggiungerla» sostengono gli ambientalisti.
IL PUMS. A latere dei dati del rapporto Mobilitaria, c’è da dire che il Comune di Napoli ha adottato il Pums nel 2019. Il piano definisce gli obiettivi e le strategie per la mobilità sostenibile in città puntando sulla creazione di Ztl al centro storico dove l'accesso ai veicoli privati è limitato. Ma questo tipo di condizione non fa il pari con il trasporto pubblico che spesso è deficitario sia su gomma che su ferro. Con la conclusione dell’intera Linea 6, prevista a brevissimo, si spera di poter ovviare ad alcuni problemi di carattere logistico. «Aspettiamo ha infatti detto Manuela Boffi, portavoce del comitato civico in difesa degli utenti il completamento della Linea 6 va ad aggiungere un anello importantissimo alla mobilità di ferro. Per quello su gomma ormai sappiamo che resta e resterà deficitario fin quando a Napoli vi saranno troppe auto in strada, sosta selvaggia e parcheggiatori abusivi che dettano legge. Per me una causa persa se non cambiano radicalmente le abitudiani dei napoletani».
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