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Mobilità sostenibile, Napoli lontana dall’Europa

I punti critici restano il trasporto pubblico

Mobilità sostenibile, Napoli lontana dall’Europa

NAPOLI. Anche Napoli, come molte altre città italiane, si trova ad affrontare la sfida della mobilità sostenibile. Gli obiettivi europei sono ambiziosi: ridurre il numero di veicoli inquinanti, potenziare il trasporto pubblico, incentivare la mobilità attiva e il car sharing, tutto entro il 2030. Ma a che punto è Napoli? Secondo il rapporto Mobilitaria 2023, la città partenopea presenta un deficit del 56% rispetto agli obiettivi europei. Questo significa che in molti ambiti, come l'offerta di trasporto pubblico elettrico, la diffusione delle piste ciclabili e la quota di mobilità condivisa, c'è ancora molto da fare.

I PUNTI CRITICI. Trasporto pubblico: La rete di autobus elettrici è ancora troppo limitata e la frequenza delle corse non sempre è sufficiente. Piste ciclabili: La densità di piste ciclabili è inferiore alla media europea e la loro distribuzione non è omogenea su tutto il territorio cittadino. Mobilità condivisa: Il numero di veicoli in sharing (auto, biciclette, monopattini e scooter elettrici) è in crescita, ma ancora lontano dai livelli di altre città europee. Motorizzazione privata: Il tasso di motorizzazione, ovvero il numero di veicoli per mille abitanti, è ancora troppo alto.

SOLUZIONI. Per colmare il gap con gli obiettivi europei, è necessario un impegno concreto da parte di tutte le istituzioni coinvolte: Comune, Regione e Stato. Secondo i comitati ad hoc la soluzione è a portata di mano ma non sempre facile da cogliere. Infatti il primo punto sottoposto è investire nel trasporto pubblico. Ampliare la rete di autobus elettrici, aumentare la frequenza delle corse e migliorare l'integrazione tra i diversi mezzi di trasporto. Realizzare nuove piste ciclabili è il secondo passo che gli ambientalisti propongono. Creare una rete di piste ciclabili capillare e sicura che colleghi i principali quartieri della città. Poi incentivare la mobilità condivisa promuovendo l'utilizzo di car sharing, bike sharing e scooter sharing attraverso tariffe agevolate e campagne di sensibilizzazione. Una condizione che impone in maniera opposta disincentivare l'uso dell'auto privata istituendo più zone a traffico limitato, ma anche aumentando il costo dei parcheggi e potenziando i sistemi di controllo delle zone pedonali. «Napoli ha le potenzialità per diventare una città più vivibile e sostenibile. La sfida è ambiziosa, ma con il lavoro di tutti è possibile raggiungerla» sostengono gli ambientalisti.

IL PUMS. A latere dei dati del rapporto Mobilitaria, c’è da dire che il Comune di Napoli ha adottato il Pums nel 2019. Il piano definisce gli obiettivi e le strategie per la mobilità sostenibile in città puntando sulla creazione di Ztl al centro storico dove l'accesso ai veicoli privati è limitato. Ma questo tipo di condizione non fa il pari con il trasporto pubblico che spesso è deficitario sia su gomma che su ferro. Con la conclusione dell’intera Linea 6, prevista a brevissimo, si spera di poter ovviare ad alcuni problemi di carattere logistico. «Aspettiamo ha infatti detto Manuela Boffi, portavoce del comitato civico in difesa degli utenti il completamento della Linea 6 va ad aggiungere un anello importantissimo alla mobilità di ferro. Per quello su gomma ormai sappiamo che resta e resterà deficitario fin quando a Napoli vi saranno troppe auto in strada, sosta selvaggia e parcheggiatori abusivi che dettano legge. Per me una causa persa se non cambiano radicalmente le abitudiani dei napoletani».

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