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L'inchiesta
02 Luglio 2024 - 08:51
Francesco De Martino e il figlio Salvatore; o Felice Rea, Alessio Velotti e Luigi Pangia
NAPOLI. «Niente per me, niente per nessuno. Ti stai frequentando con un altro? Se ti metti con un altro, uccido te e lui». Così, nella ricostruzione degli inquirenti e ferma restando la presunzione degli indagati fino all’eventuale condanna definitiva, si sarebbe rivolto Salvatore De Martino della famiglia di malavita “Xx” di Ponticelli minacciando l’ex fidanzata dalla quale aveva avuto una figlia. Aggiungendo che la bambina, a parte lui, non avrebbe dovuto vedere in casa nessun altro.
È solo uno degli episodi che, partendo dalla denuncia della mamma e della nonna della piccola, ha dato il via a un’indagine dei carabinieri (coordinata dalla Dda) culminata all’alba di ieri in un’ordinanza di custodia cautelare per nove uomini: Francesco De Martino detto “Ciccio”, 55enne capo storico del gruppo; la moglie Carmela Ricci, stessa età; il figlio Salvatore De Martino, 27enne; Gabriele Di Carluccio, 28 anni; Antonio Scognamiglio, 22; Felice Rea, 42; Alessio Velotti, 23; Luigi Pangia, 28; Francesco Punzo, 24enne.
I quali, a seconda delle varie posizioni, dovranno rispondere dei reati di atti persecutori, lesioni personali e detenzione e porto in luogo pubblico di armi, delitti aggravati dal metodo mafioso per aver fatto ricorso all’intimidazione di tipo camorristico denominata clan De Martino, storicamente attiva a Ponticelli e alleato dei De Micco, i “Bodo”.
Nel corso dell’inchiesta è emerso che gli indagati avrebbero fatto ricorso ad imposizioni, progressivamente divenute più intimidatorie e prevaricatrici, per garantirsi per alcune ore al giorno l’affidamento, in assenza di regolamentazione giudiziaria, della bambina nata dalla relazione tra la giovane donna e Salvatore De Martino.
Il quale anche dal carcere riusciva a comunicare con la ex grazie a un cellulare che nel fine settimana, secondo quanto ha riferito la vittima ai carabinieri, gli veniva consegnato da un agente penitenziario. Con il telefonino parlava anche con la figlia. Francesco De Martino e la moglie sono sicuramente affezionati alla nipotina. Ma i metodi utilizzati per vederla hanno notevole rilevanza penale secondo gli inquirenti, come i cortei armati degli affiliati al gruppo camorristico in questione per scortarli in occasione dei quotidiani prelievi e delle riconsegne della bambina.
Secondo la pubblica accusa era Felice Rea a girare con una pistola addosso. I nonni paterni a bordo di una macchina raggiungevano, scortati da tre motociclette. un parcheggio nei dintorni del negozio dei nonni materni. Spesso nascevano contrasti e partivano minacce, come «Quando esce mio figlio Antonio (fratello di Salvatore, ndr) con due te la vedi con lui», «non avete capito con chi avete a che fare, a Ponticelli comando io».
Prima di essere arrestato per un’altra vicenda, “Tore Xx” si sarebbe presentato inoltre a casa della madre di sua figlia, esclamando: «Devi farmela vedere, allora non hai capito cosa succede». «E fammelo vedere cosa succede», rispose esasperata la vittima. De Martino a quel punto avrebbe estratto una pistola, puntandola contro le gamba ma senza sparare.
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