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Dibattito Anci sul Pnrr

Manfredi: monito sul Patto di stabilità

«Non ridurre la spesa corrente dei Comuni, altrimenti sarà complicato assicurare i servizi»

Manfredi: monito sul Patto di stabilità

Il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi

ROMA. «Occorre attenzione sull’applicazione del Patto di stabilità, perché se riduciamo la capacità di spesa corrente da parte dei Comuni, che hanno già dato tantissimo alla finanza pubblica italiana, alla fine saremo costretti a non far funzionare le cose che oggi sosteniamo con il Pnrr». È il monito del sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, nel corso dell’incontro di Anci “Il Pnrr dei Comuni e delle città 2021-2026” a Roma.

«Il tema della sostenibilità economica dell’incremento dei servizi, che è indispensabile, è una criticità che va affrontata subito per non trovarci nel 2026 con un problema che poi diventerà irrisolvibile. Ci sono dei fondi per l’investimento infrastrutturale e per la gestione dei progetti fino al 2026 ma occorre pensare al dopo perché chiaramente garantire più servizi, farlo in modo stabile, e garantire una maggiore capillarità del servizio significa anche avere dei costi di gestione e per i Comuni incrementare la spesa corrente è molto difficile» sottolinea il primo cittadino.

«Per questo dobbiamo porci il problema di come faremo a mantenere questi servizi, credo che già oggi debba essere una priorità. Oggi abbiamo la necessità di fare anche una valutazione per non avere più dei tagli lineari e preservare i servizi ad alto valore aggiunto. È necessario che con la reintroduzione del Patto di stabilità, che sarà basato su politiche di rigore, si salvaguardino almeno i servizi per i cittadini. Per quanto ci riguarda, abbiamo incrementato molto i posti e già sul nostro bilancio pesa moltissimo, ma non incrementarli significa avere più dispersione scolastica e meno sicurezza, e dunque significa alla fine pagare di più» è la posizione del numero uno di Palazzo San Giacomo.

Il tutto mentre Antonio Decaro, presidente dell’Anci, al passo d’addio dopo l’elezione a europarlamentare, è chiaro: «Ho ascoltato nella cabina di regia dell’altro giorno le paure di alcuni ministri, del ministro Giorgetti in particolare, su alcuni ritardi che sono legati ai ministeri, non ai Comuni. Noi non abbiamo ritardi, anzi abbiamo contribuito, come dice la Commissione europea, al successo del Pnrr nel nostro Paese».

E il primo cittadino di Roma, Roberto Gualtieri, accusa: «Strutturalmente le grandi città, e quindi Roma che è la più grande di tutte, sono penalizzate dalla distribuzione delle risorse. Ad esempio, quando è stato corretto il criterio del taglio alla spesa corrente per ridurre ‘'impatto del Pnrr perché si tagliava di più a chi aveva avuto di più, Roma, contrariamente a quello che molti avrebbero voluto pensare, è stata penalizzata».

Dal canto proprio, intervendo all’iniziativa, il ministro per gli Affari europei e il Pnrr, Raffaele Fitto, sottolinea che «con i Comuni c’è una proficua collaborazione, le criticità sono quelle insite in un Sistema Paese che nel 2014-2020, a fronte di 126 miliardi disponibili complessivi, dopo 9 anni, aveva speso solamente il 34% e quindi è un problema del Sistema Paese che ha bisogno di un profondo intervento di cambiamento».

E ancora: «Abbiamo un dibattito abbastanza stravagante in Italia: siamo tutti concentrati su potenziali problemi e rischi e stiamo dando per scontato i risultati che abbiamo raggiunto. Non si tratta di vedere necessariamente il bicchiere né mezzo pieno, né mezzo vuoto, ma si tratta di prendere atto del fatto che la revisione del Pnrr che fu tanto contestata ha portato a una soluzione molto importante dal punto di vista organizzativo sul numero e la qualità degli obiettivi». Infine: «Con il via libera dalla Ue al pagamento della quinta rata del Pnrr da 11 miliardi di euro è stato dato un segnale molto importante. Aver aggiunto due nuovi obiettivi testimonia la modalità, il metodo di lavoro e la possibilità che ci sia un quadro di evoluzione positiva del piano».

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