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Camorra di Fuorigrotta e Bagnoli

Ferrara e Marino domani davanti al gip per tentato omicidio

Per la Dda e la polizia il nipote 18enne del ras Troncone avrebbe sparato a un affiliato agli Esposito-Iadonisi

Ferrara e Marino domani davanti al gip per tentato omicidio

Indagini della polizia

NAPOLI. Alessio Ferrara era armato e avrebbe sparato, nonostante la giovane età e l’inesperienza. Un battesimo del fuoco a 18 anni, da incensurato. Presumibilmente, è la ricostruzione degli inquirenti e ferma restando la presunzione d’innocenza degli indagati fino all’eventuale condanna definitiva, lui e Manuel Marino si sarebbero messi d’accorso sul come agire nel caso in cui avessero incrociato appartenenti al gruppo nemico. Era il 24 giugno scorso e la circostanza si è ripetuta giovedì scorso con la sparatoria in via Leopardi, ma nel secondo caso non si sa se abbiano sparato persone vicine ai Troncone, storico clan di Fuorigrotta, o agli Esposito-Iadonisi, radicati soprattutto a Bagnoli e alla Loggetta.

Domani mattina (8 luglio) Alessio Ferrara e Manuel Marino, da sabato mattina detenuti nel carcere di Secondigliano, compariranno davanti al gip per l’udienza di convalida del fermo emesso dalla Dda su indagini dei poliziotti della sezione “C.O.” della Squadra mobile della questura di Napoli (dirigente Leuci, vice dirigente Olivadese, vice questore Sasso). Investigatori esperti che sono risaliti ai “sospetti” grazie soprattutto alle immagini della videosorveglianza. Alle 19 e 20 del 24 giugno due uomini hanno sparato contro una motocicletta con in sella un malavitoso nemico, del quale probabilmente i poliziotti conoscono le generalità quantomeno attraverso fonti confidenziali. Di certo il 18enne e il 27nne sono accusati di tentato omicidio in concorso, oltre che di porto e detenzione di arma da fuoco ovviamente.  Ad assisterli sono i penalisti Bruno Carafa (per Marino) e Nicola Musone, per Ferrara, quest’ultimo nipote da parte materna del ras Vitale Troncone (detenuto, estraneo all’inchiesta). 

Le ostilità infatti furono aperte il 4 aprile scorso con la sparatoria in piazza Italia in cui rimase ferita per errore Luisa Mangiapia, che aveva accompagnato la figlia piccola alle giostrine.  Poi si sono verificati ferimenti e “stese” collegabili alla guerra in corso fino all’ultimo episodio che poteva provocare una strage di innocenti, come dimostra il foro da proiettile nella vetrata della farmacia “Cotroneo”.  I contrasti tra i clan di Bagnoli e quelli di Fuorigrotta avrebbero come scenario la guerra scoppiata per il “pizzo” sull’attività dei parcheggiatori abusivi, culminata in due episodi simili accaduti uno a ottobre 2023 e a maggio scorso. Ma più in generale in ballo c’è il controllo del territorio, storicamente appetibile dalla camorra per le molteplici attività imprenditoriali e commerciali.

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