Tutte le novità
scacco al clan
11 Luglio 2024 - 08:58
NAPOLI. Vendette e spargimenti di sangue tra i vicoli, l’ex boss di Forcella vuota il sacco ma mette le mani avanti: «Non ho commesso omicidi, fatta eccezione per quello che ho già pagato». Il riferimento è all’assassinio dell’innocente Annalisa Durante, delitto per il quale Salvatore Giuliano “’o russo” ha scontato una condanna a quasi venti anni. Oggi il ras pentito ha però deciso di fare luce anche su altri fatti di sangue, seppur meno gravi.
È il 15 giugno 2021 quando Salvatore Giuliano rende un lungo interrogatorio agli inquirenti della Dda, rivelando le azioni armate commesse dal suo gruppo criminale: «Sono stato ha spiegato il mandante dei seguenti fatti di sangue: la gambizzazione avvenuta cinque o sei mesi fa di Chicco papà, in ragione del fatto che voleva transitare con i Mazzarella, gruppo di San Gaetano; sono stato informato di tale circostanza da Michele Mazzarella e Salvatore Barile, ai quali era stato riferito da Emanuele Amoroso, a cui si era rivolto Domenico De Martino, nel frattempo già transitato nei Mazzarella. Chicco papà, insieme a Babilone, si era già allontanato dal mio gruppo da un po’».
Addentrandosi nel merito della vicenda, Salvatore Giuliano ha poi aggiunto: «L’ho fatto gambizzare perché non mi aveva informato della sua scelta. Gli ho fatto sparare la sera stessa del giorno in cui appresi della sua volontà e a sparare sono stati Alessio Vicorito e Cesare Morra con una pistola calibro 7,65. Del recupero si è occupato Muschen, attuale compagno di Marina Amirante, sorella di Salvatore Amirante».
La vendetta di Giuliano avrebbe però creato qualche malumore nel clan Mazzarella, che all’epoca aveva da poco siglato un’alleanza con il gruppo di Forcella: «Il giorno dopo ha aggiunto il pentito fui chiamato da Michele Mazzarella che mi chiese perché avessimo sparato a Chicco papà, dicendomi che in questo modo si sarebbe capito che eravamo stati informati da lui. Gli risposi di non vederla così, ma piuttosto che avevamo fatto un piacere a Salvatore Barile, vendicandolo per l’agguato subito». Dalla lettura delle 465 pagine del provvedimento cautelare firmato dal gip Rossetti si scopre però anche di una clamorosa rapina compiuta dal clan il 9 gennaio 2021, di cui rispondono Emanuele Amoroso, Salvatore Marino, Salvatore Giuliano, Stefano Capuano, Antonio Bonavolta e Domenico De Martino alias “’a caciotta”.
Il commando, in concorso con un altro complice non ancora identificato, si sarebbe presentato nell’abitazione di Giovanni Grossi, parcheggiatore abusivo attivo a San Marcellino, «fingendosi appartenenti alla polizia di Stato e nell’effettuare una perquisizione», avrebbe quindi costretto la vittima ad aprire una cassetta di sicurezza contenente denaro e al suo rifiuto, l’avrebbero bloccata con forza al muro di ingresso. A quel punto i banditi si sarebbero impossessati della somma di 13.500 euro, oltre ad alcuni documenti di identità. La stessa persona sarebbe stata più volte taglieggiata da Stefano Capuano ed Emanuele Amoroso. La vittima, in particolare, sarebbe stata costretta a versare alla paranza di San Gaetano la somma di 200 euro a settimana per poter “lavorare” senza problemi, questo in epoca pre pandemia. Dopo l’arrivo del covid la cifra venne invece ridotta a 100 euro a settimana.
Copyright @ - Nuovo Giornale Roma Società Cooperativa - Corso Garibaldi, 32 - Napoli - 80142 - Partita Iva 07406411210 - La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo - Il giornale aderisce alla FILE (Federazione Italiana Liberi Editori) e all'IAP (Istituto di autodisciplina pubblicitaria) Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo giornale può essere riprodotta con alcun mezzo e/o diffusa in alcun modo e a qualsiasi titolo