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l'assedio
11 Luglio 2024 - 09:27
NAPOLI. La strana coppia di malavitosi, capace di compattare in un unico super gruppo i Giuliano e i Mazzarella a Forcella, dove pure anni fa si sono combattute aspre guerre di camorra al punto che in una di essi morì una ragazza innocente. Salvatore Giuliano “’o russ”, poi pentitosi, e Salvatore Barile, il “Totoriello” irriducibile nipote dei boss dello storico clan, ricucirono l’alleanza dando vita a un capillare controllo del territorio attraverso violenza, prepotenza, rapine, estorsioni, traffico di droga e persino una compravendita di posti di lavoro negli ospedali collinari.
Il tutto condito dall’associazione mafiosa, aggravante contestata alla maggior parte degli indagati arrestati ieri su ordinanza di custodia cautelare chiesta dalla Direzione distrettuale antimafia partenopea: 22 di cui cinque ai domiciliari e altri nove a piede libero, tutti comunque da considerare innocenti fino all’eventuale condanna definitiva. Tra i destinatari della misura figurano lo stesso Giuliano, diversi cugini tra i quali Salvatore” “Bombolon” e Cristiano, Gennaro e Vincenzo Caldarelli, “Mimmo caciotta” De Martino.
Il provvedimento unisce i risultati di due investigazioni compiute dalla sezione “C.O.” della Squadra mobile della questura di Napoli (dirigente Leuci, vice dirigente Olivadese, vice questori Sasso e Viscovo), del Nucleo investigativo dei carabinieri partenopei e della squadra giudiziaria del commissariato Vicaria-Mercato (dirigente Cante, sostituto commissario De Stasio). Sono state così ricostruite le attività illecite dell’organizzazione a Forcella, alla Maddalena, nel Rione San Gaetano e alle Case Nuove, dove a gestirle era il gruppo dei Caldarelli, articolazione del clan Mazzarella così come i nuovi Giuliano.
La prima indagine, andata avanti tra gennaio del 2020 e la seconda metà del 2021, ha monitorato la nascita, l’ascesa e l’affermazione dell’aggregazione criminale diretta da Salvatore Giuliano e così è stato così possibile acquisire indizi sul reclutamento e la formazione degli appartenenti e l’insediamento sul territorio del nuovo gruppo criminale. L’attività ha documentato l’alleanza con il sodalizio criminale capeggiato dalla famiglia Mazzarella, attraverso gli incontri con i vertici del clan, nel corso dei quali sono state impartite le direttive per l’operatività del nuovo cartello criminale Giuliano-Mazzarella.
Sono stati registrati, inoltre, rapporti criminali con altre organizzazioni criminali operanti nella città di Napoli, in particolare con il gruppo criminale attivo nel quartiere San Gaetano e i Cardarelli. La seconda attività d’indagine poste a fondamento del provvedimento restrittivo, svolta specificamente tra la fine del 2018 e il gennaio 2022, ha consentito di ricostruire l’esistenza, la struttura e l’operatività di un gruppo criminale denominato paranza di San Gaetano, articolazione del clan Mazzarella direttamente riconducibile a Salvatore Barile, elemento di spicco del clan, dedito al controllo di attività delinquenziali quali le estorsioni e lo spaccio di stupefacenti. In particolare, il gruppo operava prevalentemente nell’area del centro storico del capoluogo.
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