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Salasso al turismo

I soldi della tassa di soggiorno finiscono nella Tari

Oltre 4 milioni dell’imposta usata per non aumentare il balzello sulla raccolta dei rifiuti

I soldi della tassa di soggiorno finiscono nella Tari

NAPOLI. Duro colpo del Comune di Napoli contro gli albergatori cittadini. L’amministrazione comunale ha infatti deciso di destinare oltre 4 milioni di euro dell’imposta di soggiorno per scongiurare l’aumento della tassa sui servizi di raccolta, trasporti e smaltimento dei rifiuti urbani.

Da quest’anno infatti la copertura dei costi del servizio rifiuti potrà essere garantita anche mediante le somme incassate a titolo di imposta di soggiorno. È questa la norma contenuta nel comma 493 del primo articolo della legge di bilancio 213 del 2023. Una norma di ausilio ai Comuni, in particolare a quelli ad elevata presenza turistica, per calmierare i rincari della Tari tenuto conto del trend crescente dei costi da inserire nei piani finanziari dell’anno in corso.

Da qui il provvedimento dell’amministrazione comunale a firma dell’assessore al Bilancio, Pier Paolo Baretta. «Destinare oltre 4milioni di euro dell’imposta di soggiorno per scongiurare l’aumento della Tari è una scelta ridicola. Sarebbe stato più utile incrementare la lotta all’evasione fiscale che, purtroppo, nonostante gli annunci dell’amministrazione, sta portando risultati insufficienti», sbotta Salvatore Naldi, presidente di Federalberghi Napoli. Il numero uno degli operatori del settore sottolinea che «l’imposta di soggiorno deve essere utilizzata al contrario per migliorare i servizi ai turisti, partendo dal decoro urbano e dall’accoglienza alle porte della città. Non per coprire buchi di bilancio per debiti attuali e pregressi».

E spiega che gli albergatori napoletani pagano già la Tari, con aliquote tra le più alte d’Italia, proprio per i rifiuti che i turisti potrebbero produrre. «È, quindi, impensabile che l’ospite possa pagare un’altra tassa per lo stesso motivo». Naldi spiega che per turista si deve intendere colui che pernotta in città, porta ricchezza, visita musei, acquista nei negozi, non visitatori che vengono ad assistere ad un concerto o ad una manifestazione e poi tornano a casa o su una nave da crociera, senza produrre un vero beneficio economico per il territorio e senza pagare nessuna imposta. La tassa, infatti, grava solo sui turisti che pernottano in albergo o nell’extralberghiero regolare».

Secondo Naldi, molti alberghi hanno scelto di rivolgersi ad aziende private per avere un servizio molto più efficiente, rispettoso dell’ambiente e in grado di realizzare il 100 per cento della raccolta differenziata. «Un comportamento virtuoso che produce anche una riduzione dei costi. Mentre i costi della gestione pubblica dei rifiuti aumentano in continuazione anche a causa dell’incapacità di offrire un servizio puntuale porta a porta e una raccolta differenziata seria».

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