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processo
11 Luglio 2024 - 22:09
NAPOLI. L’iter giudiziario chiamato a fare luce sull’omicidio di Pasquale Manna (nella foto a sinistra) si arricchisce subito con un primo, importante colpo di scena. Negli stessi giorni in cui è iniziato il processo in Corte d’assise per il quale sono imputati il ras Francesco Rea “’o pagliesco” (nella foto a destra) e Luigi Romano, proprio quest’ultimo vede le accuse a suo carico destinate - con tutta probabilità - a ridimensionarsi, se non addirittura a sgretolarsi. La Corte di Cassazione, accogliendo in pieno il ricorso del suo difensore, l’avvocato Roberto Saccomanno, ha infatti appena annullato sia l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip che la successiva ordinanza di conferma del Riesame. Luigi Romano, secondo la ricostruzione degli inquirenti che hanno lavorato al caso, avrebbero agevolato il piano omicidiario del boss Rea, che nel marzo 2023 avrebbe deciso di assassinare Manna al culmine di alcuni contrasti insorti all’interno del clan Veneruso-Rea. Romano, imprenditore agricolo, avrebbe in particolare predisposto e fornito alcuni documenti e contanti che il ras, dopo il delitto, avrebbe dovuto utilizzare per scappare e far perdere le proprie tracce. Il piano non andò però a buon fine e già nell’immediatezza dei fatti Romano finì sotto indagine per favoreggiamento. Un anno dopo per lui scattarono anche le manette. La sua detenzione nel carcere di Secondigliano è stata però bruscamente interrotta dal verdetto della Cassazione. Gli Ermellini hanno infatti dato pieno accoglimento alle argomentazioni difensive del legale di Romano, l’esperto penalista Saccomanno, annullando sia il provvedimento cautelare che il successivo verdetto di conferma pronunciato dal Riesame. Speculazione edilizia e racket. È tra questi due nodi che risiederebbe il movente dell’omicidio di Pasquale Manna, inseguito e trucidato mentre era al volante della propria auto a inizio marzo 2023. Un delitto efferato, per il quale è stato nuovamente arrestato il boss del Vesuviano Francesco Rea: insieme a lui erano finiti in manette anche altri due uomini che lo avrebbero agevolato nelle fasi successive al raid (Luigi Romano e Giorgio Bilangia, per il quale si è proceduto separatamente). Se sulle responsabilità di Rea sembrano esserci ad oggi pochi dubbi - il ras è stato infatti inquadrato da diverse telecamere della zona di Volla e Casoria - il motivo che ha innescato il delitto presta ancora il fianco a diversi interrogativi. Punti di domanda che potrebbero però essere chiariti da alcuni importanti collaboratori di giustizia, i quali hanno indicato anche la vittima come un personaggio molto addentro alle dinamiche del clan Veneruso-Rea. Sul punto, erano appare di grande interesse investigativo le dichiarazioni rese il 22 ottobre 2020 da Pasquale Matarazzo, ex narcos della zona in affari con la camorra di Ponticelli.
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