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Attività a rischio
17 Luglio 2024 - 19:36
napoli. Dopo la sentenza del Consiglio di Stato che ha invalidato la proroga delle concessioni è intrvenuta anche l’Unione Europea, vero artefice di quanto sta avvenendo. A seguito della sentenza della Corte di giustizia europea, che giovedì ha dichiarato la compatibilità dell’articolo 49 del Codice della navigazione con il Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, il Sib-Confcommercio ha convocato un’assemblea nazionale per oggi per discutere delle «iniziative di mobilitazione della categoria». Spiegano dal sindacato italiano balneari: «È urgente un intervento legislativo chiarificatore che salvaguardi la balneazione attrezzata italiana e faccia ripartire il settore. Sono diversi i Comuni e le Regioni, di ogni orientamento politico, che con modalità diverse, stanno organizzando le gare per la riassegnazione delle concessioni demaniali marittime. Una situazione caotica che impone al governo e al parlamento di adottare immediatamente un intervento legislativo. Non ci sono più alibi per non farlo o per ritardarlo ulteriormente. Infatti, l’assenza di regole chiare determinerà un esteso contenzioso con un’indebita supplenza da parte dell’autorità giudiziaria».
La Regione Campania si è mossa tempo fa sulla scia della linea governativa, ovvero ha prorogato le concessioni al 31 dicembre di quest’anno. Ma la validità è stata ampiamente messa in discussione dalla nuova sentenza. Antonio Capacchione, presidente del Sib-Confcommercio, afferma a “MondoBalneare”: «Abbiamo deciso di impedire che alcune ultime discutibili sentenze del Consiglio di Stato diventino definitive, pertanto presenteremo ricorso presso la Cassazione a sezioni unite avverso a queste sentenze. Nonostante la soluzione della questione balneare non possa che essere legislativa, non è possibile trascurare il fronte giudiziario. Oggi, poi, in occasione dell’assemblea nazionale, decideremo quali iniziative mettere in campo per sensibilizzare sia la politica che l’opinione pubblica sulla necessità di un intervento legislativo e per difendere un modello di balneazione attrezzata efficiente e di successo, costruito in decenni di lavoro e basato sulla professionalità, che ogni estate attira milioni di turisti italiani e stranieri sulle nostre coste. Non sono in pericolo soltanto migliaia di posti di lavoro e una importante fetta dell’economia turistica, ma anche e soprattutto l’immagine del Bel Paese».
Gli stabilimenti balneari napoletani, insieme agli altri a livello nazionale, sono coinvolti in questa situazione di incertezza. Anche per loro, la necessità di un intervento legislativo è cruciale per continuare a offrire servizi di alta qualità e attrarre turisti da tutto il mondo. «La difesa di questi stabilimenti è essenziale - hanno detto alcuni gestori - non solo per l'economia locale, ma anche per mantenere l'attrattiva turistica della città di Napoli e delle sue coste». S
tesso concetto è stato espresso anche a livello regionale: «La Campania è una regione di mare, ha 480 chilometri di coste. L’industria balnearia rappresenta un tratto fondamentale dell’economia campana non si può ridurla a una sentenza». A Napoli, e non solo, la linea di condotta resta di attesa: «Aspettiamo l’assemblea nazionale e le decisioni che verranno assunte per quanto riguarda la sensibilizzazione dell’opinione pubblica e soprattutto del Governo che, a questo punto, è l’unico che può risolvere questo nodo».
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