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L'ide a dei senza fissa dimora
22 Luglio 2024 - 19:03
Napoli. Le strade di Napoli raccontano storie di sopravvivenza e di resistenza. Fuori all'ospedale Cardarelli, una decina di clochard si sono sistemati con mezzi di fortuna sulle panchine e vicino allo stazionamento degli autobus. Tra loro c'è Carlo (nome di fantasia), un ex militare della Guinea. Ha 60 anni e alle spalle una vita segnata da alti e bassi. Dopo aver servito come militare in Guinea, la sua vita è stata sconvolta dall'uso di cocaina, una dipendenza che ora riesce a gestire, seppur con qualche ricaduta occasionale.
Carlo ha tre figli: uno vive in Germania, uno a Napoli e l'altro non ricorda esattamente dove si trovi. Con il caldo estivo, la situazione dei tanti clochard accampati in strada diventa ancora più critica. Carlo racconta che per fare una doccia si sposta verso Capodimonte, un gesto che diventa una necessità ma anche una sfida quotidiana. In questo scenario, un'idea si fa strada: l'utilizzo delle caserme dismesse come rifugio per i clochard.
«A lui farebbe piacere andare in una caserma,» dice Angelo, un volontario che avanza questa soluzione. Le caserme dismesse, infatti, potrebbero offrire un riparo sicuro e dignitoso a chi, come Carlo, vive in condizioni a dir poco precarie. Napoli, come molte altre città italiane, dispone di strutture pubbliche e militari in disuso che potrebbero essere riconvertite ai fini sociali. La proposta di ospitare i clochard nelle caserme dismesse o, in altri Enti pubblici abbandonati, potrebbe rappresentare una svolta nella gestione dell'emergenza abitativa, offrendo non solo un tetto, ma anche la possibilità di ricostruire una vita dignitosa. Le caserme, spesso abbandonate e inutilizzate, con ampi spazi e strutturalmente solide, possono diventare centri di accoglienza temporanea, fornendo servizi essenziali come docce, letti e un pasto caldo.
Soluzione che solo ridurrebbe il numero di persone costrette a vivere per strada, ma potrebbe anche offrire un'opportunità di reintegrazione sociale e lavorativa. La trasformazione delle caserme dismesse in rifugi per i clochard, potrebbe essere un passo significativo verso una città più inclusiva e solidale, liberando così i giardinetti pubblici e i luoghi di attrazione turistica, come la stazione centrale, dalla presenza dei senza fissa dimora. Basti pensare che la polizia municipale di Napoli è costretta a “svegliare e ad allontanare” dai marciapiedi i poveri che stazionano nei pressi di piazza Garibaldi, Corso Garibaldi, via Acton (giardinetti molosiglio), via Bellini (zona teatro) e nella zona del museo. Angelo Covino
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