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Il fenomeno

Nuovo boom di afflussi, su Napoli l'ombra dell'overtourism

Città sempre più gettonata ma occorre una gestione sostenibile

Nuovo boom di afflussi, su Napoli l'ombra dell'overtourism

Se il turismo è il petrolio per Napoli e la Campania, fonte di ricchezza, lavoro ed entrate per i Comuni, a maggiore ragione va curato in maniera nuova. Turismo, costi tariffe aeree, servizi a terra, ancora alta percezione inflattiva su prezzi e consumi, stanno pesando sulle scelte dei vacanzieri, penalizzando le località minori e stagionali. Occorre pertanto una governance con processi e modelli di promozione che regolino il turismo nelle zone e destinazioni più affollate. Napoli è tra queste, come lo sono la Penisola sorrentina, la Costiera amalfitana, Capri e le aree archeologiche interessate dal forte escursionismo, con grave impatto e disagi per la gestione del traffico e la vivibilità. La nuova stazione marittima è un buon viatico per le vie del mare, ma resta ancora caos ed intasamento nel Golfo, a tutto danno della tutela ambientale. Una gestione poco consapevole e sostenibile dei flussi turistici rischia di trasformare una grande opportunità di arricchimento culturale e sviluppo economico in una preoccupante minaccia per i sistemi locali, sostengono gli operatori del settore.

I DISAGI È un’estate che si annuncia piena di disagi sul fronte trasporti e per le difficoltà di gestione dei flussi sulla Napoli-Sorrento, oltre ai lavori stradali previsti da Anas ed Autostrade e i tradizionali blocchi ed ingorghi verso Statali amalfitana e sorrentina. Ciononostante il turismo tiene, anzi raddoppia, nelle località più affollate. Una conferma viene dall’aumento del turismo Usa a Capri. Se il viaggiatore storico, secondo Global Blue, pesa per l’84 per cento del totale sull’isola, solo gli americani contano per il 31 per cento, con una permanenza media di quattro giorni, la più alta che si registra tra maggio e settembre. Superaffollato anche l’aeroporto di Capodichino. Archiviato giugno con oltre 1.353mila passeggeri (+3,8% rispetto a giugno 2023), è particolarmente significativo il segmento internazionale che questa estate rappresenta oltre il 70% del traffico totale. Lo scalo partenopeo conferma così il suo ruolo di principale gateway del Mezzogiorno, rafforzato, in particolare quest’estate, dal dinamismo del mercato nordamericano, collegato da quattro voli giornalieri: due su New York/Newark di United, uno per New York JFK di Delta e uno per Philadelphia di America Airlines. L’11 luglio è stato riaperto al traffico di linea anche lo scalo di Salerno-Costa d’Amalfi con un’offerta iniziale di venti destinazioni di cui sei di linea nazionali, sette internazionali e sette sul segmento charter. E le stime danno un aumento dei traffici già dai prossimi mesi. Demoskopica sostiene tuttavia che una gestione poco consapevole e sostenibile dei flussi turistici rischia di trasformare una grande opportunità di arricchimento culturale e sviluppo economico in una preoccupante minaccia per il sistema locale. È fondamentale perciò, monitorare attraverso indicatori territoriali l’evoluzione del fenomeno.

LA VOCE DEGLI OPERATORI Tra le destinazioni che soffrono, è Napoli: in quest’area il sovraffollamento comincia ad essere più che preoccupante con impatti critici sulla qualità della vita locale e sulla sostenibilità. Ma per gli operatori locali è un processo ancora lontano per parlare di overtourism. La conferma viene dagli albergatori. «Ma quale overtourism, a Napoli non c’è. Credo che nemmeno le strutture extralberghiere in questo periodo abbiano un tasso di occupazione alto», sbotta Giuseppe Bussetti (nella foto sotto), direttore dell’Hotel Oriente. «Il problema comunque semmai riguarda la regolarità di queste strutture che, non pagando l’erario né i tributi comunali, possono praticare prezzi più bassi degli alberghi sottoposti ad una tassazione alta e iniqua. Ma parlare di overtourism è azzardato.Basterebbe spalmare i flussi turistici presso alcune aree periferiche oggetto di restauro e ricche d’arte e di storia».

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