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Il caso
10 Agosto 2024 - 08:12
La procura è certa della sua colpevolezza, tanto che pochi giorni fa ha chiesto e ottenuto il giudizio immediato per lui e il presunto complice. Nonostante ciò, nei mesi trascorsi dal suo arresto le esigenze cautelari si sono attenuate e così il gip ha deciso di concedere ad Alfonso Attanasio, 26enne di corso Garibaldi accusato del tentato omicidio di Giuseppe Verde, il beneficio degli arresti domiciliari. A spuntarla sono state dunque le argomentazioni del difensore di Attanasio, l’avvocato Domenico Dello Iacono, il quale ha sostenuto e dimostrato che per il proprio assistito ci fossero le condizioni necessarie alla scarcerazione. Già ieri il presunto accoltellatore ha così lasciato il penitenziario di Poggioreale, dove si trovava recluso ormai dal 16 aprile scorso. Una relazione sentimentale non gradita sarebbe alla base del tentato omicidio di Giuseppe Verde, avvenuto il 29 febbraio scorso in via Cesare Rosaroll. Un agguato che sembrava misterioso per l’assenza di legami con la criminalità della vittima, ma che gli investigatori della Squadra mobile della questura di Napoli e del commissariato Vicaria-Mercato hanno chiarito a tempo di record. Appena un mese e mezzo e per i due presunti responsabili sono scattate le manette su ordinanza di custodia cautelare: Giuseppe Catone e Alfonso Attanasio, 25enne, entrambi della zona della Ferrovia. In particolare il primo era entrato in contrasto con Giuseppe Verde, il 54enne ferito a coltellate ed estraneo alla storia d’amore, con il quale in precedenza c’era stato un grosso litigio in strada. Per cui l’episodio successivo oggetto del procedimento penale, molto più grave, potrebbe aver rappresentato una vendetta. Giuseppe Catone e Alfonso Attanasio sono stati svegliati nelle rispettive abitazione dai poliziotti della Mobile e dai colleghi della squadra giudiziaria di Vicaria-Mercato. Investigatori esperti che sono risaliti ai presunti autori (in concorso) del tentato omicidio aggravato grazie ad alcune testimonianze, immagini di telecamere e intercettazioni, sia telefoniche ambientali. La vittima invece, non era stata di aiuto non avendo riconosciuto gli aggressori. Anche se il movente in casi del genere non è l’aspetto più importante della vicenda, la polizia è stata brava nel ricostruirlo e nell’escludere di conseguenza piste camorristiche. Il motivo dell’agguato sarebbe infatti riconducibile a una relazione extraconiugale che avrebbe coinvolto la moglie di un parente di Giuseppe Verde, circostanza che avrebbe provocato i contrasti man mano diventati sempre più profondi fino al drammatico epilogo del 29 febbraio scorso in via Cesare Rosaroll. Il 54enne, estraneo alla storia d’amore o presunta tale, avrebbe difeso il congiunto tradito attirando così le ire dei due arrestati, entrambi senza condanne né accuse di camorra. La vittima fu avvicinata dal 42enne e dal 25enne a volto scoperto e in sella a due moto. Prima lo avrebbero offeso e successivamente, armati di coltelli, l’avrebbero aggredito sferrando numerosi fendenti all’addome e alle gambe.
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