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In fuga dopo la condanna, Patrizio Bosti jr si nascondeva in casa di un parente

Il nipote del capoclan dei Contini stanato in un appartamento al “Buvero”

Patrizio Bosti junior arrestato

Nei riquadri l’arrestato Patrizio Bosti e il nonno capoclan dei Contini

NAPOLI. Aveva trovato rifugio in casa di un parente incensurato del padre e pertanto si sentiva al sicuro dai radar delle forze dell’ordine. Patrizio Bosti junior, figlio del ras Ettore Bosti e del capoclan Patrizio Bosti, non aveva però fatto i conti con il fiuto investigativo dei poliziotti della Squadra mobile di Napoli che da poco più di un mese gli stavano dando la caccia incessantemente. Il rampollo della mala dell’Arenaccia aveva “rotto” i domiciliari il mese scorso in seguito alla condanna definitiva per la rappresaglia avvenuta fuori la trattoria “Cala la pasta” e dovendo scontare ancora 2 anni e 4 mesi aveva pensato di darsi alla macchia. La sua latitanza è però giunta quasi subito al capolinea: venerdì notte il 20enne è stato rintracciato al Borgo Sant’Antonio Abate, una delle roccaforti dei Contini, è stato arrestato. Ristretto nel carcere di Secondigliano, Bosti jr, difeso dall’avvocato Domenico Dello Iacono, si trova ora in attesa dell’interrogatorio di garanzia. A entrare in azione sono stati i poliziotti della sezione Criminalità organizzata della Squadra mobile (dirigete Leuci, vice questore Viscovo) e dei Falchi. Gli agenti hanno così dato esecuzione al provvedimento di aggravamento della misura cautelare disposto dalla corte d’appello di Napoli; poiché, a fine giugno, era evaso dagli arresti domiciliari a Torino Il giovane era già finito in manette due anni fa per violenza privata e favoreggiamento aggravati dal metodo mafioso, a seguito dell’aggressione del 16 maggio 2022 all’esterno del ristorante di via dei Tribunali “Cala la pasta”. Le indagini della Squadra mobile di Napoli e del Servizio centrale operativo a seguito dell’evasione, coordinate dalla locale Dda, hanno consentito di rintracciare Bosti jr in un’abitazione del “Buvero”, di proprietà di un soggetto incensurato, risultato poi imparentato con il padre Ettore, che è stato denunciato a piede libero per procurata inosservanza di pena aggravata dal metodo mafioso. Pochi giorni fa era stato stanato anche uno dei complici di Bosti, Giorgio Marasco. Tutto era cominciato nel tardo pomeriggio del 15 maggio 2022, quando Gennaro Vitone perse il controllo della moto che finì tra i tavolini del ristorante prendendo in piedi Veronica Carrasco intenta a servire i clienti, moglie del titolare che in quel momento si trovava all’interno: la donna rimase gravemente ferita alle gambe. A un tavolo c’erano tre amici argentini in vacanza a Napoli, tra cui Carlos Bertossi colpito al volto dalla ruota della enduro nera. Per consentire la fuga a Vitone, in suo aiuto intervenne un folto gruppo di suoi amici e conoscenti che aggredì sia il titolare del ristorante che lo chef per indurli a farsi “i fatti propri”. L’aggressione violenta, secondo la ricostruzione dell’accusa, scattò nei confronti dei due amici di Carlos, impegnati a cercare di evitare che il motociclo venisse prelevato e portato via. Manuel fu picchiato da Bosti e minacciato con un coltello dal coetaneo Marasco, mentre un terzo amico avrebbe minacciato il gestore Raffaele Del Gaudio e il fratello.

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