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Tecnologia e informatica

Dalla cabina telefonica a YouPol

Il nodo delle "soffiate" anonime: come gestirle

Dalla cabina telefonica a YouPol

NAPOLI. C’era una volta la cabina telefonica con il mitico gettone, oggetto imprescindibile con il quale segnalare alle forze dell’ordine fatti ed eventualmente nomi.  La telefonata, nella stragrande maggioranza dei casi, era anonima e proprio la sicurezza di poter contare su questa circostanza spingeva chi chiamava a sbilanciarsi. Ricorda un esperto investigatore: “nei casi di omicidi spesso l’interlocutore si spingeva anche a indicarci il presunto autore, sia come nome per esteso o semplicemente come soprannome. Ma gari era una bufala, e spesso è successo, ma qualche volta la “soffiata” si è rivelata giusta.

Altri tempi. Oggi non ci sono più le cabine e per quelle pochissime che ancora esistono mancano i gettoni, praticamente introvabili. Di conseguenza lo spazio per le segnalazioni anonime via filo si è ridotto e perciò la polizia di stato ha realizzato nel 2017 l’applicazione “YouPol”: uno strumento moderno che permette di allegare alle frasi e alle parole video, audio e immagini. Il testo naturalmente è l’elemento primario e proprio ciò è oggetto di continui scambi di opinione tra gli operatori. Alcuni hanno la sensazione che i cittadini non si fidino completamente temendo che si possa sempre, volendo, risalire a chi ha trasmesso le informazioni sensibili. Cosa assolutamente falsa, ma ci sono numerose divise che rimpiangono i tempi che furono, riferendo che anche le chiamate al 113 esclusivamente per una sparatoria sono diventate più rare. Nomi di presunti assassini mai per un semplice motivo: l’apparecchio chiamante deve essere per forza un cellulare o al massimo, quello di casa.

Con la scomparsa delle cabine e dei gettoni si è chiusa un’epoca. Così è nata l’applicazione YouPol, realizzata dalla Polizia di Stato, uno strumento gratuito e disponibile per tutti, semplice e sicuro, che può essere utile per contrastare la violenza di genere. Permette di inviare segnalazioni, anche in forma anonima, con la possibilità di allegare video, audio, immagini e testo.

L’applicazione nasce nel 2017 per segnalare episodi di spaccio di droga e bullismo, per essere poi implementata anche con la possibilità di segnalare episodi di violenza domestica. L’app, recentemente rinnovata nella veste grafica e nella tecnologia, permette all’operatore di Polizia di aprire una chat sulla quale è possibile scambiarsi, in tempo reale, messaggi e file multimediali, come normalmente accade in un’applicazione di messaggistica istantanea. Inoltre, la nuova funzionalità di geolocalizzazione permette di capire la posizione del segnalante, oltre a visualizzare su una mappa l’ufficio di Polizia più vicino.

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