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Ponticelli

Omicidio Emanuele Pietro Montefusco, vendetta trasversale

Lo mette nero su bianco la Dda, che aggiunge: la vittima estranea ai clan

Omicidio Emanuele Pietro Montefusco, vendetta trasversale

NAPOLI. Non è più soltanto un’ipotesi, lanciata dal nostro giornale subito dopo il clamoroso agguato. Anche la procura antimafia del tribunale di Napoli, e ciò rende la notizia importante, ha messo nero su bianco che Emanuele Pietro Montefusco sarebbe stato ucciso per una vendetta trasversale nei confronti del fratello Salvatore detto “Zamberletto” e ne spiegano il retroscena. Aggiungendo, altra frase importante: “dato l’estraneità della vittima agli attuali scenari di criminalità organizzata”.

Facciamo un po’ di chiarezza sui primi sviluppi nell’inchiesta sull’omicidio del venditore ambulante di calzini, con vecchi precedenti di polizia, sempre lontano dagli ambienti dei clan di Ponticelli, tenutosi a distanza anche dagli affari del fratello “Zamberletto”, un ex Sarno che da almeno 18 mesi si era conquistato spazi autonomi nel malaffare nel Rione De Gasperi. Arrestato l’altra settimana con il figlio e un presunto complice in una storia di usura con il metodo mafioso, è considerato il ras dell’”isolato 17”, base logistica dell’ultimo gruppo di camorra sorto nel quartiere.

Emanuele Pietro Montefusco era il fratello più grande, di due anni, di Salvatore. Non frequentava il clan, tant’è vero che lavorava come venditore ambulante di calzini e in generale di abbigliamento maschile. Non prendeva precauzioni di alcun tipo e girava tranquillamente per la zona orientale proprio pensava di non correre pericoli essendo fuori dai contestati malavitosi. Ma non aveva pensata alla vendetta trasversale, ipotesi che da probabile è diventata molto di più ed oggi è l’unica pista battuta dai carabinieri, che conducono le indagini. A proposito dell’omicidio, scrivono i pm della Dda Simona Rossi e Sergio Raimondi nel decreto di fermo che il 22 luglio scorso ha portato in carcere Salvatore Montefusco “Zamberletto”, il figlio Carmine e Antonio Galasso:  “L’agguato di chiara matrice camorristica è, con tutta probabilità, data l’estraneità del soggetto agli attuali scenari di criminalità organizzata, una vendetta trasversale posta in essere proprio allo scopo di colpire gli odierni indagati”.

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