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il sequestro

La cocaina destinata ai clan

Lo stupefacente dal Sudamerica per Secondigliano e i Mazzarella

La cocaina destinata ai clan

NAPOLI. Compiuto domenica scorsa il sequestro da record, gli investigatori della sezione “Narcotici” della Squadra mobile della Questura sono impegnati a capire a chi fosse destinato il carico di cocaina: quasi 190 chili per un valore commerciale massimo di circa 30 milioni di euro. Ma proprio per la quantità di droga, negli uffici degli specialisti della polizia e in quelli della procura antimafia si pensa a più di un destinatario.

È inimmaginabile che un solo gruppo, sia pur in grado di muovere enormi liquidità, possa investire tanto in una sola volta. Però c’è il riserbo assoluto sui possibili acquirenti, sia nel caso si trattasse di emissari di cosche che di broker internazionali della droga. Si possono quindi soltanto fare ipotesi, basate su ragionamenti logici e deduttivi. Una delle piste porta a Secondigliano, dove sia i clan Licciardi che AmatoPagano sono teoricamente in grado di muovere grosse somme. Ma anche il gruppo Mazzarella non può essere escluso a priori, considerando che ormai si è trasformato in una federazione e potrebbe aver deciso di investire nel business principale della camorra: la cocaina, droga per ricchi ceto medio, quindi che abbraccia la maggior parte della popolazione. Infine, anche se meno probabile, pure la camorra casertana potrebbe aver ordinato una parte dei 190 chili di stupefacenti.

Va sottolineato comunque, che l’operazione non è stata il frutto di una coincidenza e che il container proveniva dal Sudamerica. Ecco la ricostruzione della vicenda. Nel pomeriggio di domenica scorsa, nell’area portuale di Napoli, personale della Questura di Napoli (Squadra Mobile, VII sezione Antidroga, guidata dal dirigente Giovanni Leuci) congiuntamente agli operatori dell’Agenzia delle Dogane, nell’ambito di servizi tesi a contrastare il fenomeno del traffico internazionale di stupefacenti svolto attraverso importazioni via mare, ha proceduto al sequestro di ben 163 panetti di cocaina per un peso lordo di circa 188 chilogrammi nascosti all’interno di un container proveniente dal Sudamerica e destinati a Napoli.

Le attività svolte hanno consentito di localizzare il contenitore d’interesse investigativo nella stiva del natante che risultava, da un primo controllo, privo di sigillo di polizza. Un elemento sospetto che ha spinto i poliziotti della “Narcotici” a proseguire con maggiore intensità le operazioni di perquisizione seguite allo sbarco. Così, si è arrivati all’importante risultato: il rinvenimento e il sequestro del prezioso carico, opportunamente occultato tra gli imballaggi di quello legale. Uno stratagemma che comunque, non ha funzionato. La vendita della sostanza stupefacente sequestrata, immessa sul mercato, avrebbe fruttato, all’ingrosso, poco meno di 6 milioni di euro e, al dettaglio, all’incirca 30 milioni di euro. Le indagini tuttora in corso sono volte ad identificare i destinatari dello stupefacente e ad accertare le modalità con cui questo sarebbe stato sdoganato e portato all’esterno dell’area portuale, sicuramente con un vettore.

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