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La storia dello chef pestato a Ponticelli
22 Agosto 2024 - 23:01
NAPOLI.E’ finito sotto usura per comprare cocaina e crack. Sembra assurdo, ma è così: 20 anni di dipendenza dalla sostanza stupefacente hanno cambiato la vita di uno chef di Ponticelli, dipendente di un ristorante a quattro stelle nella provincia vesuviana con tanto di stipendio adeguato al contesto. Eppure l’uomo si è trovato invischiato in una ragnatela di prestiti da cui non è riuscito a uscire fino a quando un violento pestaggio, subito addirittura a domicilio, gli ha fatto capire che l’unica salvezza era denunciare. Ma ci sono volute anche minacce di morte affinché si decidesse a rivolgersi ai carabinieri.
Lo chef era finito nelle grinfie, secondo l’accusa e ferma restando la presunzione d’innocenza degli indagati fino all’eventuale condanna definitiva, del gruppo Montefusco del Rione De Gasperi, legato ai De Luca Bossa. Tutto era cominciato ad agosto 2023 con prestito minimo che mentre stava restituendo, era cresciuto a dismisura. Inutilmente l’esperto di cucina, forte di uno stipendio puntuale di 2400 euro, aveva cercato di tamponare. Il pestaggio e le minacce sono state le ritorsioni più violenti alla restituzione completa, ma anche altri episodi sarebbero accaduti e sono oggetti di ulteriori approfondite indagini.
Ecco alcuni passaggi delle dichiarazioni dello chef, alla base dei 3 arresti su ordinanza di custodia cautelare. “Lavoro da circa 20 anni come chef e attualmente lavoro presso il ristorante……….sito in ……………………… Preciso che sin dall’età di 19 anni saltuariamente faccio uso di cocaina e crack. Ad agosto 2023, tramite il mio amico Antonio Galasso mi sono rivolto alla famiglia Montefusco a cui ho richiesto del denaro in prestito. In particolar, quando parlo della famiglia Montefusco mi riferisco a Salvatore detto “Zamberletto”, che io di solito chiamo “zio”, e al figlio Carmine Montefusco, i quali abitano nel complesso di edilizia popolare chiamato “Rione De Gasperi”.
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