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A Poggioreale
25 Agosto 2024 - 21:43
Il fatto di sangue in via Nazionale delle Puglie
NAPOLI. Quei complimenti spinti alla fidanzata non gli andavano proprio giù e nemmeno per un attimo un dominicano 17enne, badante a Napoli con regolare contratto di lavoro, ha pensato di far finta di niente. L’altro extracomunitario che parlava gesticolando gli sembrava ubriaco e nemmeno ciò lo giustificava in qualche maniera. Così il minorenne lo ha affrontato e dopo una colluttazione cui ha partecipano un secondo cittadino di Santo Domingo, ha estratto il coltellino che aveva in tasca e ha colpito mortalmente in vari punti del corpo un gambiano di 30 anni, irregolare sul territorio italiano. Ora il presunto assassino è nel carcere di Poggioreale insieme a un complice connazionale grazie a un tempestivo quanto brillante intervento dei poliziotti dell’Ufficio prevenzione generale della questura (dirigente Antonio Cristiano), che ha bloccati entrambi a pochi metri dal delitto. Naturalmente vanno ritenuti innocenti fino all’eventuale condanna definitiva.
L'ACCOLTELLAMENTO PER GELOSIA. L’omicidio inizialmente poteva sembrare l’ennesimo di una lunga serie che a Napoli negli ultimi mesi vede protagonisti cittadini stranieri. Invece il movente era il più classico: la gelosia. E poiché non è la prima volta che un dominicano incensurato diventa violenta e accoltella chi insidia o offende la compagna si ha la prova del sangue caldo che scorre nelle vele degli uomini originari di quella parte dell’isola delle Antille.
L’OMICIDIO A POGGIOREALE. Il 17enne stava camminando, poco dopo la mezzanotte, in via Nazionale delle Puglie nel tratto che ricade nel quartiere Poggioreale. Con lui c’erano la fidanzata della stessa età e un amico comune 20enne quando il terzetto, e in particolare la ragazza, sono stati presi di mira dal cittadino del Gambia. Barcollando e ridendo nella maniera caratteristica degli ubriachi, quest’ultimo si è avvicinato alla minorenne e ha cominciato nella sua lingua a rivolgerle apprezzamenti accompagnati da una serie di gesti. È subito intervenuto il fidanzato della 17enne, spalleggiato dall’amico più grande, e si è capito che la cosa non sarebbe finita pacificamente. Il gambiano continuava nello stesso atteggiamento. Sono partite le prime offese nel corso di un litigio sempre più violento. Poi il minorenne ha inferto al 30enne diverse coltellate rivelatesi mortali al 30enne, che si è accasciato in un lago di sangue. In zona c’erano le Volanti Upg e in pochi secondo i poliziotti sono arrivati sulla scena del crimine. Il 17enne, l’amico e la ragazza erano ancora là; in particolare l’autore materiale del delitto era ancora in possesso del coltello insanguinato, prova regina a suo carico. Altri indizi sono rappresentati dalle testimonianze raccolte e dalla breve distanza tra il ferito a terra e la posizione dei tre giovani. Il 17enne è stato fermato pochissimi minuti dopo il delitto; l’altro qualche minuto avanti.
LA RAGAZZA ASCOLTATA COME TESTIMONE. Mentre la ragazza, parte lesa nella vicenda, è stata sentita nella caserma “Raniero” solo come testimone. Avrebbe riferito lei agli uomini in divisa la dinamica del delitto mentre il fidanzato e l’altro non hanno fornito alcuna dichiarazione. Lo faranno probabilmente davanti al gip tra qualche giorno nell’udienza di convalida. Il primo allarme è scattato poco prima della mezzanotte, quando i residenti della zona hanno udito le urla provenire dalla strada. Poi si sono sentite le sirene della polizia, intervenuta grazie alle chiamate di cittadini terrorizzati. La vittima è stata trovata agonizzante a terra, priva di sensi. Immediato, anche l’arrivo dell’ambulanza del 118. L’uomo, però, è deceduto poco dopo l’arrivo al pronto soccorso dell’ospedale Cardarelli.
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