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il caso

Chioschi, ancora una protesta davanti San Giacomo

L’avvocato Spagnuolo Vigorito ha ricordato che è stato proprio il Comune a rilasciare le vecchie licenze

Chioschi sul Lungomare, protesta a San Giacomo

NAPOLI. Un nuovo sit-in ieri mattina in piazza Municipio, dopo quello dello scorso giovedì, con l’inalterata richiesta gridata ai quattro venti da oltre due mesi: «Riaprite al più presto i nostri chioschi. È una questione anche di tenuta sociale». I gestori delle 19 attività del Lungomare di Mergellina chiuse dopo l’intervento dei vigili urbani su disposizione della Procura di Napoli, non si arrendono.

«Non siamo criminali né abusivi – insistono – abbiamo sempre fatto fronte alle spese per poter essere in regola. Ci stanno apostrofando in ogni modo, non è giusto questo trattamento come riteniamo ingiusto questo stop». La madre (non l’unica, al dire il vero) della questione resta l’assenza della concessione di occupazione di suolo pubblico per la vendita stanziale dopo la scadenza al 31 dicembre 2022.

In pratica, i gestori dei chioschi attualmente potrebbero vendere alimenti e bibite soltanto in forma itinerante. “Lavoro’’, “dignità’’ sono gli slogan gridati a più riprese dalle oltre 50 persone presenti dinanzi al Comune presidiato dalla Digos, che media in attesa di una convocazione a Palazzo San Giacomo. C’è chi ricorda anche agli agenti di polizia «l’imminente inizio della scuola e l’acquisto di quaderni e libri per i nostri figli che ci attende per settembre. Senza lavorare, non sapremmo con quali soldi comprarlo. Non dimenticatevi tutta la merce acquistata per l’estate ma mai utilizzata a causa della chiusura».

Dopo qualche ora dall’inizio della manifestazione, i gestori dei chioschi riescono ad ottenere un incontro per giovedì pomeriggio alle 17 con l’assessore al Commercio Teresa Armato e quello con delega alla Polizia Municipale, Antonio De Iesu. Oltre la Procura di Napoli e il Comune, attore istituzionale coinvolto è la Soprintendenza chiamata a esprimersi su un piano di zonizzazione e fruizione, che il Municipio dovrà redigere, di una strada di pregio come via Caracciolo. In pratica, si aspetta un progetto che preveda anche la presenza dei chioschi che per decenni sono stati parte integrante del paesaggio. In attesa di sviluppi in tal senso, la speranza più o meno immediata si chiama sospensiva da parte del Tar.

È la carta giocata dai legali dei gestori dei chioschi. Il pronunciamento da parte del Tribunale amministrativo regionale potrebbe arrivare entro poche settimane. «Si tratta di una questione di lana caprina, a mio avviso» afferma l’avvocato amministrativista Italo Spagnuolo Vigorito (il fratello Roberto si occupa della parte penale). «Il Comune – aggiunge il legale ha rilasciato la concessione ai chioschi nei luoghi dove attualmente si trovano per vent'anni e poi gli ha dato accesso alle fognature, ha permesso l'allaccio alla corrente, all'acqua: come si fa a dire che sono autorizzati soltanto alla vendita itinerante?».

C’è anche un altro punto toccato da Spagnuolo Vigorito. «Se il Comune decidesse di cambiare il waterfront, alzeremmo le mani ma questo lo dovrebbe fare il Consiglio comunale. Nonostante si stato annunciato, non è mai stato fatto. C’è stato un provvedimento del 2017 che ha prorogato le concessioni di suolo pubblico sino al 2032, a partire dai chioschi del parco Virgiliano. Perché loro non sia stato fatto anche per i chioschi di Mergellina resta un mistero. Come si spiega? Forse con l’indagine della magistratura penale?». Nel frattempo, il prossimo 13 settembre è previsto il pronunciamento del Tar sulla legittimità alla vendita e in che forma dei food truck altra categoria coinvolta in alcuni controlli, con relative sanzioni in alcuni casi, da parte delle autorità.

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