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rione sanità
28 Agosto 2024 - 10:21
NAPOLI. Nel giro di pochi mesi era riuscito a ottenere la scarcerazione e un importante sconto di pena in appello. Vincenzo Criscuolo, 43enne ras del narcotraffico, ha però giocato male le proprie carte e per lui il nuovo conto con la giustizia non si è fatto attendere. Esattamente un anno fa il narcos del rione Sanità si era visto concedere gli arresti domiciliari in una comunità terapeutica: dopo alcuni mesi da utente modello, ecco però che è arrivato l’infausto colpo di testa. Il 17 agosto, infatti, Criscuolo, reduce da un permesso di due giorni, non ha fatto rientro nella struttura ed è stato dichiarato irreperibile.
La sua “latitanza” è però durata meno di una settimana. I carabinieri, grazie a un’indagine lampo, sono riusciti a rintracciarlo e ad arrestarlo, dando così esecuzione all’ordinanza di ripristino della misura cautelare della custodia in carcere. Il narcos Criscuolo, difeso dall’avvocato Domenico Dello Iacono, si trova ora in attesa del nuovo interrogatorio di garanzia: l’accusa di cui dovrà rispondere sarà quella di evasione. Ignaro di essere sotto intercettazione, affermava candidamente davanti ai suoi sodali di voler «pittare Napoli di bianco».
Tradotto, era pronto a inondare la città con un fiume di cocaina. Obiettivo che almeno fino al 2021 sembrava effettivamente aver raggiunto, tanto da avere rimediato una severa condanna a vent’anni di reclusione pena poi ridotta a 13 anni e 4 mesi in appello per il suo ruolo di capo e promotore all’interno della potente holding di narcotrafficanti con base al rione Sanità. Per il ras Vincenzo Criscuolo, alias “Pekib”, i giochi sembravano dunque ormai chiusi: davanti a lui c’era solo la prospettiva di trascorrere in cella una grossa fetta di vita.
Il colpo di scena aveva però preso forma in seguito alla decisione della sezione feriale del tribunale di Napoli che, accogliendo le argomentazioni difensive del legale di Criscuolo, il penalista Dello Iacono, ad agosto scorso ne aveva disposto l’immediata scarcerazione. L’allora 41enne “Pekib” aveva ottenuto i ben più confortevoli arresti domiciliari in una comunità di recupero della città di Taranto. La complessa attività di indagine era stata avviata nel giugno del 2017 in seguito al sequestro di 25 chili di cocaina nascosti in un carico di caffè importato dal Brasile e giunto nel Porto di Napoli all’interno di un container.
Le investigazioni hanno accertato l’esistenza di un sodalizio, di cui Criscuolo era il capo indiscusso, capace di organizzare e gestire canali di approvvigionamento di cocaina dal Brasile, dal Perù e dalla Spagna e in seguito distribuire lo stupefacente, all’ingrosso e al dettaglio, sul territorio partenopeo. Nel corso dell’inchiesta erano stati sequestrati oltre 44 chili di cocaina purissima e 215 di hashish. Lo stupefacente, importato nel territorio partenopeo attraverso i corrieri e abilmente nascosto nei capi d’abbigliamento, veniva successivamente distribuito all’ingrosso a trafficanti che operavano al rione Traiano, a Secondigliano e in centro, precisamente tra i vicoli dei Quartieri Spagnoli.
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