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Camorra
02 Settembre 2024 - 08:33
A due anni esatti di distanza dall’assassinio - ancora irrisolto di Andrea Covelli - un nuovo omicidio horror torna a scuotere il quartiere Pianura. È qui, nella cosiddetta zona dei Pisani, che nella notte a cavallo tra sabato e domenica è stato ucciso con tre colpi di pistola e poi dato alle fiamme un ragazzo di appena venti anni. Nel momento in cui il giornale andava in stampa le generalità della vittima non erano ancora stare rese note dagli organi inquirenti. Quello che si sa, però, è che si trattava di un ventenne con un precedente per lesioni, ritenuto vicino agli ambienti criminali della periferia ovest.
È stato dunque identificato dopo ore di lavoro, dalla Squadra mobile di Napoli, il cadavere trovato intorno alle 4 di domenica, durante le operazioni di spegnimento dell’incendio scoppiato in via Torre Poerio, a Pianura, che ha interessato delle sterpaglie in una campagna in stato di abbandono della zona. Si tratta di un ventenne del posto, con un piccolo precedente ma nessuna condanna, ritenuto legato alla piccola criminalità locale. È ritenuto dagli investigatori verosimile che le fiamme siano state appiccate per rendere irriconoscibile il corpo e non è ancora chiaro se i tre colpi d’arma da fuoco riscontrati sulla salma siano stati esplosi nel luogo del ritrovamento o meno. La vicenda finisce però per riaccendere i riflettori su una faida che da anni non dà tregua al quartiere. Nella zona si fronteggiano infatti ancora i reduci del clan Carillo-Perfetto e Calone-Esposito-Marsicano.
Un quartiere diviso dunque in due zone, con altrettanti clan a impedire “invasioni” reciproche. Poi il coprifuoco serale e tanta paura tra gli abitanti che ci scappi un altro morto. La morte violenta del ventenne finisce per fare il paio con quella di Andrea Covelli, sequestrato, torturato e ucciso il 29 giugno 2022. Le indagini ancora oggi vanno avanti e i primi sospettati erano stati identificati tra le file dei Marsicano-Esposito-Calone, ma ad oggi la svolta sul caso non è ancora arrivata. Andrea Covelli non era legato a nessun gruppo malavitoso, lavorava come operaio in un autolavaggio e saltuariamente faceva il parcheggiatore abusivo. Una delle piste seguite conduce alla vicinanza del fratello più piccolo al gruppo Calone, interrotta tempo fa con l’allontanamento volontario del giovane da Pianura per trasferirsi in un comune dell’area flegrea. Ma non è certo che i sequestratori, che avevano pure torturato il 27enne, volessero informazioni sul congiunto. Anche se non le avessero ottenute, perché ucciderlo e rischiare l’ergastolo nel caso in cui fossero individuati e condannati? Un conto è un rapimento con pestaggio, un altro è un omicidio. Ormai è però chiara una circostanza: Andrea è caduto in una trappola. Quanto all’inchiesta sui fatti della scorsa notte, dato per assodato lo stampo mafioso del delitto, gli inquirenti non escludono al momento alcuna ipotesi, neppure quella di un regolamento di conti interno alla mala pianurese e del rione Traiano. Un raid scaturito forse per questioni di droga o per un ammanco di denaro.
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