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Palazzo San Giacomo
04 Settembre 2024 - 08:00
Il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi
NAPOLI. Un assessore, atteso da ormai oltre un anno e mezzo, da assegnare al Partito democratico. Con l’ipotesi di qualche altro cambiamento nella Giunta comunale. La riorganizzazione delle società partecipate, così come vuole il dettato del “Patto per Napoli” e per le quali non si è ancora partiti. E sullo sfondo un consiglio comunale che chiede maggior protagonismo negli ultimi due anni di mandato dell’amministrazione, magari anche con una revisione del sistema delle Municipalità, con un dibattito che si è aperto nello scorcio finale di quest’ estate. Eccoli i nodi politici e amministrativi che deve affrontare Manfredi alla ripresa estiva. Sfide amministrative e politiche da accompagnare alla personale campagna elettorale tra i sindaci italiani per diventare nuovo presidente nazionale dell’Anci, l’associazione nazionale dei comuni italiani.
IL RIMPASTO. Partiamo dalle novità in Giunta. Era il gennaio 2023 quando Paolo Mancuso, già presidente del Pd, si dimise da assessore all’Ambiente. Il sindaco Manfredi redistribuì le sue deleghe senza inserire nessun volto nuovo in Giunta. La poltrona tocca al Partito democratico. Ma le due aree del partito, quella vicina alla segretaria nazionale Elly Schlein e quella più vicina all’area di Bonaccini e del governatore Vincenzo De Luca, bisticciano su chi dovrà indicare il nome. Manfredi, dal canto suo, vuole evitare di entrare nelle beghe del partito. D’altronde anche il pacchetto di deleghe da affidare non è stato ancora deciso. E così da oltre un anno e mezzo si va avanti con un assessore in meno. In queste settimane, però, dovrebbe ripartire il dialogo tra Palazzo San Giacomo e il Pd per capire il da farsi. Il nome più caldo resta quello del capogruppo in consiglio comunale Gennaro Acampora, dell’area bonacciniana. L’apertura a un esponente del consiglio comunale, però, potrebbe creare ulteriori problemi perché altri gruppi consiliari potrebbero avanzare richieste di avere una rappresentanza in Giunta, a partire da gruppo della sinistra guidato da Sergio D’Angelo che conta su cinque consiglieri. Insomma, potrebbe anche esserci più di un movimento.
LE PARTECIPATE. Altro tassello da sistemare in quest’autunno e il via alla riorganizzazione delle società partecipate. Il patto per Napoli, d’altronde, prevede una riorganizzazione delle società municipalizzate. Prima di ogni altra cosa bisognerà lavorare alla creazione di “Napoli patrimonio”, la nuova società partecipata che si occuperà dell’immenso patrimonio immobiliare, togliendo il ramo d’azienda alla Napoli servizi. Ma Manfredi vuole cambiare volto a tutte le partecipate. Stop agli amministratori unici e spazio a Consigli di amministrazione. A settembre dovrebbero scattare le operazioni di reclutamento attraverso la società Randstand che analizzerà i curricula di chi ambisce al ruolo di direttore generale delle partecipate e trasferirà a Palazzo San Giacomo i profili migliori.
LE MUNICIPALITÀ. Intanto tra i consiglieri comunali negli ultimi mesi si è aperto un dibattito sulle sorti delle Municipalità. C’è chi propone di abolirne gli assessori, chi chiede che le poltrone degli assessorini vengano occupate da consiglieri municipali delegati così da dare più spazio agli eletti e risparmiare qualcosina. D’altronde nell’assise cittadina c’è grande sensibilità per un peso maggiore degli eletti del popolo rispetto alle scelte della Giunta. E anche in maggioranza sono in molti ad augurarsi un cambio di passo in questo senso negli ultimi due anni di mandato, con un protagonismo maggiore da dare all’assemblea degli eletti. Tornando alle Municipalità, bene ricordare che esiste una commissione speciale che dovrebbe occuparsi proprio della riforma del regolamento e delle Municipalità cittadine. Magari in quella sede si potrebbe riaprire il dibattito sul tema.
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