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La sentenza
06 Settembre 2024 - 11:48
La Suprema Corte conferma la legittimità del licenziamento di un dipendente EAV che si dava malato e giocava al calcio in un campionato ufficiale
La Sezione Lavoro della Corte di Cassazione ha confermato la legittimità del licenziamento disciplinare di un dipendente EAV che aveva simulato una malattia per partecipare a una partita di calcio. La Corte ha stabilito che «il comportamento del dipendente, che ha utilizzato una falsa malattia per ottenere un vantaggio indebito, costituisce una grave violazione degli obblighi di correttezza, lealtà e diligenza».
Il caso riguarda un dipendente EAV che, il 27 e 28 ottobre 2017, pur essendo in malattia, ha svolto diverse attività, tra cui la partecipazione a una partita di calcio di Prima Categoria. «L'azienda, - si legge in una nota - attraverso indagini private, ha accertato il comportamento truffaldino del lavoratore e ha proceduto al licenziamento disciplinare».
La Suprema Corte ha confermato la decisione della Corte d'Appello di Napoli, «sottolineando che la partecipazione del dipendente a una partita di calcio professionistica, che richiede uno sforzo fisico considerevole, dimostra la sua malafede nel simulare una malattia».
Marcello D'Aponte, difensore di EAV, ha espresso soddisfazione per la decisione della Corte, sottolineando che «essa conferma la validità delle scelte aziendali in materia di licenziamenti disciplinari e la proporzionalità della sanzione del licenziamento in casi di grave violazione del vincolo fiduciario».
Il presidente di EAV, Umberto De Gregorio, ha dichiarato che la «sentenza rappresenta una chiara conferma della legittimità dell'azione dell'azienda volta a contrastare l'assenteismo e altri fenomeni negativi che danneggiano i cittadini e gli utenti del servizio pubblico». Ha inoltre sottolineato «l'importanza di salvaguardare la posizione dei lavoratori che svolgono il proprio lavoro con impegno e dedizione, a fronte di coloro che abusano del sistema».
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