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Malanapoli
08 Settembre 2024 - 09:19
Guerre di camorra, fibrillazione tra clan in mezza Napoli
NAPOLI. Quattro quartieri in fibrillazione, ma a fasi alterne. La caratteristica delle guerre di camorra 2024 sta proprio in questo: tra un agguato e un altro possono passare anche mesi, dando così l’impressione che sia scoppiata la pace. È successo a Fuorigrotta e a Ponticelli, non a Pianura dove è accaduto un evento imprevisto: il nuovo clan è stato attaccato da uno dei gruppi storici, che ha eliminato l’unico ras presente sul territorio dopo l’arresto degli altri.
Ai Quartieri Spagnoli, per concludere l’analisi sulle fibrillazioni in corso, il fuoco storicamente cova sotto le ceneri e nessun investigatore si illude che la sparatoria mirata a uccidere contro Nunzio Saltalamacchia abbia chiuso le ostilità. Al momento, secondo l’ultima informativa sulla camorra redatta dagli organi investigativi napoletani, l’allarme maggiore arriva da Fuorigrotta, dove i Troncone e gli Iadonisi-Esposito non avrebbero raggiunto nessun accordo sulla spartizione degli affari illeciti.
Il quartiere è uno dei più vivaci della città dal punto di vista commerciale, considerati il numero dei negozi e delle attività economiche. Ma non solo: la presenza dello stadio San Paolo, con l’indotto che ne deriva tra gadget e parcheggi abusivi, ha sempre fatto gola alla camorra. L’ultimo episodio collegabile alla guerra in corsa risale al 4 luglio 2024. Due scooter con in sella persone armate si incrociarono, inseguendosi tra via Consalvo e via Leopardi con esplosione di alcuni colpi d’arma da fuoco tra il terrore di automobilisti e passanti. Per fortuna nessuno rimase ferito.
A Pianura gli investigatori punterebbero su uno dei due clan strutturati di Pianura (i Perfetto-Carillo e i Marsicano-Esposito) per risalire al mandante e agli esecutori materiali dell’omicidio di Gennaro Ramondino, il 20enne emergente di Fuorigrotta ucciso nel corso di un summit di camorra in un appartamento del quartiere nella notte tra il 31 agosto e il primo settembre.
È tramontata invece l’ipotesi di un regolamento interno al gruppo Santagata, di cui la vittima faceva parte con un ruolo di primo piano. La chiave del delitto potrebbe stare anche in vecchi contrasti con il clan Troncone di Fuorigrotta, organizzazione da cui il giovane sarebbe stato cacciato tempo fa. Ma resterebbe ferma la convinzione tra gli inquirenti che a decretarne la morte siano stati malavitosi pianuresi e non di altri quartieri.
A Ponticelli sarebbe nata un’alleanza anti De Micco, nettamente il clan più forte, e secondo la tesi più accreditata ciò avrebbe provocato l’omicidio di Emanuele Pietro Montefusco, fratello del ras dell’”isolato 17” del Rione De Gasperi Salvatore detto “Zamberletto”. “Pierino”, com’era soprannominato, infatti era fuori dai contesti malavitosi di Ponticelli e viveva lavorando come venditore ambulante.
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