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Scampia
09 Settembre 2024 - 08:00
Il luogo dell’agguato e, a destra, la vittima Camillo Esposito, 29 anni
NAPOLI. Ucciso dal clan con cui aveva avuto contatti negli ultimi mesi oppure per contrasti tra le cosche di Scampia e Secondigliano in cui era stato coinvolto per motivi non ancora chiari. Di certo Camillo Esposito, 29enne di Miano con precedenti per rapina, non era un camorrista e i reati a suo carico lo confermano.
Ma le amicizie negli ambienti della Vanella Grassi, di cui hanno saputo gli investigatori prima e dopo l’omicidio, sarebbero la chiave del delitto con un’ipotesi maggiormente presa in considerazione: l’epurazione interna per qualche sgarro commesso.
In ogni caso, l’altroieri sera un sicario l’ha ammazzato esplodendo ben 12 colpi di pistola mentre si aggiustava barba e capelli da un barbiere di via Ghisleri. Erano le 23 e l’ora tarda non deve meravigliare: quel tipo di negozi chiude tardi proprio perché i clienti giovani vogliono prepararsi alla serata nel migliore dei modi possibili.
L’allarme è scattato immediatamente e sul posto si sono precipitati i poliziotti del commissariato Scampia, ai quali si sono affiancati nelle indagini i colleghi della Squadra mobile della questura. Investigatori esperti (sezione “Criminalità organizzata” e squadra giudiziaria del commissariato) che si sono resi conto immediatamente di essere di fronte a un agguato di stampo camorristico. Cosicché i precedenti per rapina di Camillo Esposito non potevano rappresentare un valido motivo, almeno a livello logico, per un raid armato così truce.
Cominciamo dall’inizio. Alle 23 circa dell’altro ieri il personale del locale Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico è intervenuto nel quartiere Scampia, in via Arcangelo Ghisleri nei pressi del parco “Lucrezia”, per la segnalazione di una persona ferita mortalmente per l’esplosione di numerosi colpi d’arma da fuoco.
Una parziale ricostruzione della dinamica è venuta fuori rapidamente grazie ad alcune testimonianze, soprattutto delle persone presenti al momento del delitto. Si è così scoperto che l’assassino era un uomo con il volto coperto, armato di pistola, entrato all’interno del salone da barbiere. Il sicario non avrebbe avuto alcuna esitazione, dirigendosi verso la postazione su cui era seduto Camillo Esposito ed esplodendogli contri diversi colpi d’arma da fuoco che lo ha ferito su tutto il corpo: testa, torace e addome, procurandogli morte istantanea.
Poi il malvivente si è allontanato repentinamente a bordo di un’autovettura in cui un complice lo attendeva con il motore acceso. Pochi minuti e a via Arcangelo Ghisleri sono giunti pure gli esperti della Scientifica, che hanno ricostruito traiettoria e dinamica degli spari esplosi, su ciò non c’è dubbio, da un solo pistolero. Le indagini sono condotte dai poliziotti della Squadra Mobile (diigente Giovanni Leuci, vice questore Giuseppe Sasso) e del commissariato Scampia (dirigente antonella Palumbo, commissario Lorenzo Stabile) e al momento non escludono nessuna delle piste camorristiche, restando scettici su ipotesi alternative.
I fari si sono accesi soprattutto sul gruppo della “Vinella”, uno dei clan più strutturati dell’area nord di Napoli, che controllerebbero gli affari di droga di una notevole fetta di territorio. Attualmente non risultano guerre in atto, ecco perché l’ipotesi di una punizione interna starebbe prendendo piede.
Ma va sottolineato che Camillo Esposito non era organico a nessuna cosca e ciò rende inquadrare il delitto più difficile. In zona sono attivi anche i Licciardi, i Di Lauro e i reduci dei gruppi di “Miano di sopra” e “Miano di sotto”.
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