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L'intervista

«Troppi detenuti e poco personale, così il carcere diventa ingestibile»

Auricchio (Uspp): «Campania tra le più penalizzate. Si intervenga subito»

«Troppi detenuti e poco personale, così il carcere diventa ingestibile»

Il carcere di Poggioreale; nel riquadro il segretario generale dell'Uspp, Ciro Auricchio

NAPOLI. Sui problemi delle istituti penitenziari e in particolare a Napoli, sempre più pressanti, abbiamo sentito Ciro Auricchio, segretario generale dell’Uspp (Unione sindacati poliziotti penitenziari) nonché ispettore superiore e profondo conoscitore del pianeta carceri.

Segretario, partiamo dalle urgenze.

«Sovraffollamento di detenuti e carenza d’organico del personale sono i principali mali da curare. In Campania c’è un sovraffollamento del 130 per cento, siamo la seconda regione d’Italia per tale problematica. Rispetto alla pianta organica mancano 800 poliziotti in Campania e 10mila in tutt’Italia. Ci riferiamo ai poliziotti penitenziari di tutte le qualifiche, escludendo i funzionari. Queste situazioni contribuiscono ad aventi tragici quali i suicidi, specie per la mancanza di operatori di sostegno».

Com’è la situazione a Napoli?

«A Napoli il problema più evidente di sovraffollamento si presenta a Poggioreale, dove si trovano attualmente quasi 2100 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 1600, con un padiglione in ristrutturazione. Altrimenti ci sarebbe stata la contemporanea presenza di 2400 persone: numeri certificano come Poggioreale sia il carcere più affollato d’Europa».

Quindi da un lato c’è il sovraffollamento e dall’altro gli organici insufficienti...

«Sì, e non è questione soltanto di agenti penitenziari. A Poggioreale, e in genere negli istituti di pena, mancano le figure di sostegno, che sono indispenssabili: psichiatri, assistenti sociali, educatori. Basti pensare che un detenuto su 4 soffre di malattie mentali o patologie con doppia diagnosi, quindi con tossicodipendenza e problemi psichici insieme. Cosicché le strutture detentive vanno avanti con grande spirito di sacrificio e abnegazione da parte di chi ci lavora. Il poliziotto penitenziario è l’ultimo baluardo dello stato all’interno degli istituti di pena».

A Secondigliano invece? 

«A Secondigliano ci sono oltre ai detenuti maschi, anche le donne trasferite da Pozzuoli momentaneamente in seguito al bradisismo. Cosicché il carcere è il plesso detentivo più grande d’Italia, sia come estensione che per complessità di utenza detentiva: uomini, donne, detenuti in semilibertà. A Secondigliano esistono anche un reparto di media sicurezza, un centro clinico e il nucleo traduzioni. Mediamente sono rinchiusi 1400 detenuti ai quali vanno aggiunti gli operatori per un totale di presenze giornaliere superiore a 2000. Il direttore e il comando della polizia penitenziaria fanno un lavoro immane per garantire gli standard di sicurezza e di vivibilità».

Quali soluzioni propone il sindacato?

«Il sindacato propone soluzioni agli atavici problemi che affliggono le carcere: la costruzione di nuovi carceri, tra cui quello che dovrebbe sorgere a Nola, più volte annunciato ma finora rimasto sulla carta. Servirebbe a decongestionare l’insopportabile sovraffollamento di Poggioreale. Per la carenza d’organico proponiamo un piano straordinario di assunzioni di 5000 unità per coprire almeno la metà della carenza nazionale di poliziotti penitenziari».

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