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il regno delle pantegane
10 Settembre 2024 - 17:58
CASTELLAMMARE DI STABIA. Il cagnolino dei turisti tedeschi abbaiava con insistenza contro la pianta che orna l’accattivante vicoletto in cui un noto ristorante del centro ha i suoi tavolini. Il proprietario lo trascina via e va a rimettersi al tavolo per ordinare. La serata trascorreva tranquilla, finché, rassicurato dall’assenza del cagnolino, un enorme ratto ha fatto la sua corsa tra i tavoli provocando il panico delle signore che sono scappate urlando. Era un animale dalle misure record, che è stato inseguito e ucciso. Ma la scena resterà per sempre negli occhi di chi, per il disgusto, non metterà mai più piede in quel vicolo e ancor meno in quel ristorante. I proprietari del locale si sfogano: «Purtroppo queste scene sono all’ordine del giorno. Il Comune esegue qualche derattizzazione, ma non basta per assicurare l’igiene in città - spiegano - Noi spendiamo da privati molti soldi per evitare che i ratti si aggirino intorno al nostro ristorante. Ora, però, la situazione sta peggiorando». Si sa che il lungomare è pieno di topi. Si rincorrono al buio anche tra i piedi di chi affolla la Villa Comunale. «Io non ci credevo - racconta un professionista stabiese - Ho voluto constatare di persona e allora, l’altra sera, mi sono messo in attesa, seduto a una panchina del lungomare e in mezz’ora sono passati tra i miei piedi tre topi. Scorrazzano sulla spiaggia e non badano alle persone che la frequentano anche a tarda ora. Ormai sono abituati alla folla. Ma temo molto per la salute di chi va al mare. L’Asl dovrebbe intervenire, controllare e prevenire eventuali infezioni a cui si va incontro stendendosi a prendere il sole su questa sabbia. Di sicuro è infetta. E, in ogni caso, quel locale che convive con i ratti in giro tra i tavolini dovrebbe proprio chiudere. O quantomeno protestare per il modo in cui è costretto a lavorare. Invece, qui tutti zitti».
C’è anche chi azzarda una teoria sul proliferare senza limite dei topi a Castellammare e della loro sfrontatezza a frequentare la passeggiata della Villa Comunale. «Abbiamo avuto mesi di siccità e, in questi frangenti, le fogne si sono intasate di residui secchi che hanno occluso il passaggio dell’acqua piovana - spiegano i cittadini - L’altro giorno abbiamo avuto piogge abbondanti e queste bestie sono impazzite: sbucano da ogni parte e non riusciamo a debellarle».
La ricetta auspicata, dunque, sarebbe quella di intervenire anche per disostruire le fogne, prima delle grandi piogge autunnali, che da qualche giorno sono iniziate e che sono preannunciate anche nei prossimi giorni con l’allerta della Protezione Civile. Fogne da ripulire e derattizzazioni decise e frequenti. Di questo certo la città ha bisogno, insieme alle pulizie approfondite delle strade.
E tuttavia va ricordato un altro aspetto non meno preoccupante. Dare la morte a tutte le pantegane che proliferano da molti lustri nelle fogne stabiesi rischia di provocare la diffusa putrefazione delle carogne di questi animali, un problema di cui si è sempre parlato e che intimorisce e inorridisce almeno quanto la presenza in vita degli stessi pestilenziali roditori.
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