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Scampia

Paranza di pusher finisce in manette, ma il gip scarcera tutti dopo l’udienza

Dosi di cobret nel bunker degli Abbinante, nuova retata dei carabinieri

Paranza di pusher finisce in manette, ma il gip scarcera tutti dopo l’udienza

Carabinieri a Scampia

NAPOLI. Avvistati, bloccati, arrestati, rinchiusi per una notte nelle camere di sicurezza in attesa del processo per direttissima, condannati e scarcerati. Il tutto in meno di ventiquattro ore e la conclusione con deve meravigliare: succede spesso così al termine del giudizio monocratico.

Ma ciò nulla toglie all’importanza dell’operazione antidroga dei carabinieri di Scampia, culminata nelle manette per tre uomini già noti alle forze dell’ordine e senza denunce a carico per camorra: Gennaro Calvino, il più noto di essi, Salvatore Starace e Pasquale Crispino. Il primo ha rimediato una condanna a un anno e 8 mesi agli arresti domiciliari; il secondo, un anno e 2 mesi con sospensione della pena; il terzo, un anno e 2 mesi con il solo obbligo di firma.

Il pm aveva invocato pene molto più severe: 5 anni per Calvino, 4 per gli altri. Ma la strategia difensiva dell’avvocato Luca Mottola, che assisteva tutti e tre gli imputati, si è rivelata vincente. A Scampia i “sospetti” sono stati ammanettati dai carabinieri lunedì sera al termine di un blitz antidroga nel quartiere compiuto dalla locale Stazione, i cui militari dell’Arma hanno effettuato un servizio ad hoc all’interno del complesso di edilizia popolare Sc3, ritenuto sotto l’influenza del clan Abbinante.

Gli investigatori, nascosti nelle palazzine di via Marrazzo, hanno accertato e documentato ben cinque episodi di distinte cessioni di sostanza stupefacente a tossicodipendenti della zona da parte di coloro che stavano monitorando. Alla fine dell’irruzione sette dosi di cobret sono state recuperate e sequestrate.

A finire in manette, in un clima di generale sorpresa a dimostrazione che il blitz era stato organizzato bene, è toccata a Gennaro Calvino, 45enne, Salvatore Starace di 20 anni (incensurato) e Pasquale Crispino, 26enne. Tutti napoletani di nascita che risiedono dei dintorni e già tenuti d’occhio dai carabinieri di Scampia, quartiere in cui l’attività illecita per antonomasia è il traffico di droga.

I tre “sospetti”, una volta che era stata accertata la cessione dello stupefacente ai clienti che di volta in volta si avvicinavano a loro nella piazza di spaccio, sono stati fermati e trovati in possesso della somma in contanti di 515 euro, denaro che è stato sequestrato perché ritenuto provento del reato. Un ulteriore elemento a loro carico, di cui presumibilmente ha tenuto conto il giudice monocratico al processo per direttissima.

Ora, dopo una notte nelle camere di sicurezza, sono tornati a casa. Scampia, anche se i tempi di Gomorra sono fortunatamente lontani, continua a essere il principale mercato della droga a Napoli. I volumi d’affari sono diminuiti e non c’è più la fila nelle piazze di spaccio per acquistare lo stupefacente ma la criminalità organizzata continua ad alimentarsi dei proventi derivanti dalla vendita essenzialmente di cocaina, cobret e marijuana. Gli acquirenti arrivano da ogni zona di Napoli, dalla provincia partenopea e dalle altre della Campania e pure da fuori regione.

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