Cerca

Camorra

Ucciso e bruciato a Pianura, svolta vicina: c’è il movente

Dietro il delitto Ramondino il controllo della base di droga del ras Santagata

Ucciso e bruciato a Pianura, svolta vicina: c’è il movente

Le indagini sul caso sono condotte dalla Squadra mobile; nel riquadro il ventenne ucciso Gennaro Ramondino

NAPOLI. Corsa contro il tempo per stanare il killer del giovanissimo Gennaro Ramondino, ucciso a inizio mese in un appartamento di Pianura e poi dato alle fiamme tra le campagne del quartiere flegreo.

Giorno dopo giorno gli investigatori che stanno lavorando al caso ricompongono sempre più il mosaico criminale nel quale si è consumato l’omicidio e, stando agli ultimissimi sviluppi, l’agguato sarebbe scattato nell’ambito di uno scontro finalizzato al controllo della piazza di spaccio fino a poche settimane fa gestita dal gruppo capeggiato dall’emergente ras Massimiliano Santagata, attualmente detenuto, amico stretto del 20enne Ramondino.

Si tratta di informazioni ancora frammentarie e dunque da prendere con le pinze. Gli investigatori della Squadra mobile in queste settimane hanno però raccolto numerose voci confidenziali, oltre ad alcune importanti testimonianze, che hanno permesso di ricostruire in buona parte il contesto in cui è maturato l’assassinio.

Gennaro Ramondino potrebbe dunque essere entrato in rotta di collisione con un altro giovanissimo, forse addirittura un minorenne, pronto a tutto per assumere il controllo della piazza di spaccio rimasta scoperta dopo la cattura di Massimo Santagata e di suoi due fedelissimi.

Ad avere la peggio sarebbe stato così Ramondino, che forse mai si sarebbe aspettato che il suo “rivale” si sarebbe presentato armato fino ai denti all’incontro avvenuto in un appartamento del quartiere Pianura. Mancherebbe poco dunque alla svolta nelle indagini e nel frattempo si ragiona senza sosta anche sulla dinamica dell’omicidio, scaturita da una lite improvvisa o frutto avvelenato di una trappola ben congegnata.

Pare che nell’abitazione ci fossero diverse persone, tra cui gli autori o l’autore dei tre spari per cui Gennaro Ramondino è morto all’istante. Poi gli assassini hanno deciso di trasportare il cadavere con la macchina del 20enne nelle campagne in cui hanno appiccato il fuoco.

Già il 9 settembre del 2022 a Varcaturo Gennaro Ramondino era finito nel mirino di un commando di sicari. In quella circostanza si trovava in compagnia di un esponente della mala bagnolese e, trafitto da un colpo di pistola, riportò una brutta ferita al gomito.

Da alcuni mesi avrebbe intrecciato dei rapporti da pari grado con l’emergente ras Massimiliano Santagata, giovane capo di un’agguerrita paranza che si era ritagliata un proprio spazio criminale a discapito dei cartelli Carillo-Perfetto e Calone-Esposito-Marsicano, decapitati dagli arresti degli ultimi anni ma ancora attivi.

Santagata, due settimane fa, era invece finito in manette insieme ad altri due complici, accusati di tentato omicidio. Proprio il vuoto di potere innescato dalla sua cattura avrebbe dato il via alle fibrillazioni poi culminate nella morte violenta di Ramondino. Il 20enne ucciso conoscenza del resto piuttosto bene Massimo Santagata, al quale si era molto avvicinato negli ultimi mesi e di cui, secondo gli inquirenti che stanno lavorando al caso, sarebbe stato uno degli uomini di massima fiducia

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Il Roma

Caratteri rimanenti: 400

Logo Federazione Italiana Liberi Editori