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Camorra
20 Settembre 2024 - 13:52
Luisa De Stefano
NAPOLI. Una nuova gola profonda è pronta a fare luce sull’interminabile scia di sangue che da anni avvelena la periferia est di Napoli. Luisa De Stefano, ras del gruppo delle “pazzignane”, già condannata in via definitiva all’ergastolo per il suo coinvolgimento in qualità di organizzatrice nell’omicidio di Raffaele Cepparulo e dell’innocente Ciro Colonna, ha manifestato la propria volontà di collaborare con la giustizia.
La 53enne ergastolana l’ha dichiarato pubblicamente nelle ultime udienze dei due processi che la vedono al banco degli imputati per l’omicidio di Francesco Esposito “’o chiatto”, trucidato nel 2016 davanti casa a Marigliano, e in uno stralcio del maxi-processo a carico del clan De Luca Bossa. De Stefano è stata escussa in qualità di imputata nel processo per il delitto Esposito e, dopo aver informato il gup Campanaro della propria volontà collaborativa, ha ammesso le proprie responsabilità e lanciato alcune accuse scottanti.
Su tutte quelle rivolte all’indirizzo del ras del rione Villa di San Giovanni a Teduccio Ciro Rinaldi “Mauè”. L’ormai ex boss in gonnella ha spiegato, tra le altre cose, che i summit nei quali venivano decisi gli omicidi, compreso quello di “’o chiatto”, si tenevano puntualmente nelle scale del palazzo di Rinaldi, che non gradiva presenze “estranee” in casa propria.
De Stefano ha poi spiegato che Esposito è stato ucciso per la propria vicinanza al clan capeggiato da Cristiano Piezzo, acerrimo rivale dei Rinaldi-De Luca Bossa-Minichini. La sua presenza a Marigliano impediva infatti l’espansione della cosca con base a Napoli Est nell’hinterland vesuviano, soprattutto per quanto concerne l’attività di spaccio di droga. Da qui la decisione di passare alle vie di fatto, eliminando un capozona diventato scomodo.
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