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Scampia
21 Settembre 2024 - 08:53
Nei riquadri gli indagati Francesco Abbinante, Renato Pugliese e Francesco Pio Esposito
NAPOLI. «Dovete dare tutto a me, perché tutto quello che avete è di mio padre». Il rampollo della mala di Scampia Francesco Abbinante, figlio del capoclan Guido Abbinante, era stato perentorio. Le vittime designate, titolari dell’azienda Autoricambi Fans con punti vendita a Giugliano e Qualiano, avrebbero dovuto abbassare la testa e versare al giovane ras 500mila euro e consegnare due appartamenti di loro proprietà.
Quando però questo non è accaduto, ecco che la furia del clan si è scatenata: la sera del 19 aprile scorso uno dei locali è stato incendiato e, dopo poco, la società ha chiuso i battenti. A distanza di pochi mesi le indagini sono però arrivate a una volta e ieri mattina sono finite in manette cinque persone, tra queste alcuni esponenti del clan Grimaldi di Soccavo.
Dall’ordinanza emessa dal gip Federica De Bellis si apprende che gli iscritti nel registro degli indagati sono complessivamente sei: Francesco Abbinante, 25enne già detenuto per altro; Donato Cacace, 29enne di Torre del Greco, Maurizio Cicala, 21 anni; Francesco Pio Esposito, 22 anni; Luigi Estatico, 21 anni; e Renato Pugliese, 38 anni. Per tutti è stata disposta la custodia cautelare in carcere. Gli indagati, stando a quanto accertato dai poliziotti della Squadra mobile di Napoli nel corso delle indagini, avrebbero richiesto alle vittime tangenti estorsive per un ammontare di 500mila euro, oltre a due appartamenti.
Le minacce si sono protratte per circa sei mesi, dall’autunno 2023 alla primavera scorsa, e sono culminate nell’incendio doloso dei locali di un’attività di rivendita. Nel corso dell’operazione, condotta dalla Squadra mobile e dal commissariato Scampia, a Torre del Greco, in casa di Cacace, sono state sequestrate anche due pistole con relativo munizionamento. Un altro indagato è attualmente irreperibile e ricercato.
Dalla lettura dei capi di imputazione si apprende che a dare il via all’escalation di violenza sarebbe stato proprio Abbinante junior, che il 9 ottobre 2023 si sarebbe presentato nel negozio di autoricambi minacciando uno dei titolari: «Tutto quello che fate qua, passo una volta al mese, mi dovete dare tutto a me, perché tutto quello che avete è di mio padre». Il copione si ripete il 2 aprile 2024, quando Pugliese, Cicala ed Estatico, esponenti del clan Grimaldi, dicevano al titolare «di essere venuti a nome di Guido Abbinante, il quale pretendeva 500mila euro e due appartamenti».
Il 18 aprile le cose iniziano a precipitare. Cacace, dopo la chiusura del negozio di Qualiano, sperona uno dei dipendenti con l’auto e chiede se fosse lui il proprietario dell’attività. L’ultimo atto di questa drammatica vicenda si consuma la notte del 19 aprile, quando un commando appicca il fuoco alla saracinesca dell’Autoricambi Fans.
La fiamme furono per fortuna domate dai vigili del fuoco, ma di lì a qualche tempo i titolari decisero di chiudere la società. Le indagini nel frattempo hanno però fatto il proprio corso e ieri mattina è arriva la svolta con i cinque arresti. Uno dei sei indagati al momento è però irreperibile
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