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L'inchiesta
22 Settembre 2024 - 17:25
NAPOLI. L’unico latitante è Francesco Pio Esposito, figlio di un ras tra i più conosciuti della malavita di Scampia: Giovanni, soprannominato “’o morto” per essere scampato più volte ad agguati clamorosi, esponente di primo piano del clan Abbinante di Scampia.
Gli altri, nell’inchiesta su una tentata estorsione da mezzo milione di euro, sono stati tutti arrestati l’altro ieri dai poliziotti della Squadra mobile della questura. Dalle indagini, ed è una novità assoluta, è pure emersa un’alleanza con alcuni uomini vicini ai Grimaldi di Soccavo.
«Dovete dare tutto a me, perché tutto quello che avete è di mio padre». Il rampollo della mala di Scampia Francesco Abbinante, figlio del capoclan Guido Abbinante, era stato perentorio. Le vittime designate, titolari dell’azienda “Autoricambi Fans” con punti vendita a Giugliano e Qualiano, avrebbero dovuto abbassare la testa e versare al giovane ras 500mila euro e consegnare due appartamenti di loro proprietà.
Quando però questo non è accaduto, ecco che la furia del clan si è scatenata: la sera del 19 aprile scorso uno dei locali è stato incendiato e, dopo poco, la società ha chiuso i battenti. A distanza di pochi mesi le indagini sono però arrivate a una volta e ieri mattina sono finite in manette cinque persone, tra queste alcuni esponenti del clan Grimaldi di Soccavo.
Dall’ordinanza emessa dal gip Federica De Bellis si apprende che gli iscritti nel registro degli indagati sono 6: Francesco Abbinante, 25enne già detenuto per altro; Donato Cacace, 29enne di Torre del Greco, Maurizio Cicala, 21 anni; Francesco Pio Esposito, 22 anni; Luigi Estatico, 21 anni; e Renato Pugliese, 38 anni. Per tutti, da ritenere innocenti fino all’eventuale condanna definitiva, è stata disposta la custodia cautelare in carcere.
Gli indagati, stando a quanto accertato dai poliziotti della sezione Criminalità organizzata della Squadra mobile di Napoli nel corso delle indagini, avrebbero richiesto alle vittime tangenti estorsive per un ammontare di 500mila euro, oltre a due appartamenti. Le minacce si sono protratte per circa sei mesi, dall’autunno 2023 alla primavera scorsa, e sono culminate nell’incendio doloso dei locali di un’attività di rivendita.
Nel corso dell’operazione, condotta dalla Squadra mobile e dal commissariato Scampia, a Torre del Greco, in casa di Cacace, sono state sequestrate anche due pistole con relative munizioni.
Dalla lettura dei capi di imputazione si apprende che a dare il via all’escalation di violenza sarebbe stato proprio Abbinante junior, che il 9 ottobre 2023 si sarebbe presentato nel negozio di autoricambi minacciando uno dei titolari: «Tutto quello che fate qua, passo una volta al mese, mi dovete dare tutto a me, perché tutto quello che avete è di mio padre».
Il copione si ripete il 2 aprile 2024, quando Pugliese, Cicala ed Estatico, esponenti del clan Grimaldi, dicevano al titolare «di essere venuti a nome di Guido Abbinante, il quale pretendeva 500mila euro e due appartamenti».
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