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La tragedia di Saviano
23 Settembre 2024 - 09:04
Il luogo del crollo
SAVIANO. “Silenzio! Fate silenzio, nessun rumore per favore!” La voce tremante e commossa ma al contempo decisa dei due carabinieri giunti per primi sul posto, che subito dopo avere allertato i soccorsi, nella trepidante speranza di sentire qualcosa cercano di zittire le grida e il pianto dei vicini e delle persone accorse. Poi finalmente i lamenti che giungono da sotto il cumulo di macerie e la speranza che si riaccende.
“Sono vivi!” Hanno iniziato a scavare senza esitazione, così a mani nude tra le lacrime e il sudore, la polvere che toglieva il respiro e il desiderio di salvare quelle vite. I due militari dei carabinieri, erano di pattuglia nelle vicinanze di via Tappia, quando hanno udito la violenta esplosione e subito dopo scorto la nube di polvere che si alzava nel cielo e che li ha condotti su quella scena irreale e drammatica.
È stato anche grazie alla loro generosità se papà Antonio e il piccolo Gennaro, sono vivi. Il loro impegno carico di umanità, è una delle immagini più emblematiche di questa tragedia. Le forze dell'ordine, i vigili del fuoco, la protezione civile, le associazioni di volontariato, sono la vera ricchezza del nostro paese. Il prefetto Michele Di Bari, ha voluto congratularsi personalmente con i due militari dell’Arma, Dario d’Ambrosio e Michele ai quali ha detto che riceveranno un encomio.
Ha avuto parole di gratitudine e apprezzamento per tutti i soccorritori, il Prefetto: «I soccorsi sono stati eccellenti, nonostante le gravi difficoltà date dalla situazione di pericolo crollo. Hanno scavato con le mani nude. Sono stati utilizzati tutti i mezzi necessari per trovare le persone sepolte. Tutti gli uomini e le donne coinvolti nelle operazioni, hanno dato il massimo con grande competenza e tanta umanità. Sono grato a tutti».
Ed è vero, gli uomini e le donne dei soccorsi, hanno tutti i volti impolverati, provati, le mani ricoperte di graffi. Ma non si fermano. Fanno la staffetta con i secchi che riempiono a mano di calcinacci e che svuotano nell'area adiacente. Anche i cani addestrati per la ricerca sono esausti ma non si arrendono, continuando ad annusare.
Grande commozione anche tra le i cittadini di Saviano che a centinaia hanno raggiunto via Tappia, e che ben conoscevano Antonio e la sua famiglia. «Un ragazzo d'oro - racconta tra le lacrime un amico - ma sfortunato – -aggiunge - Non molto tempo fa aveva perso un fratello a soli 30 anni, colpito da infarto – gli fa eco un amico vicino – aveva superato il dolore grazie ai suoi bambini e alla sua amata Enza. Ora non so immaginare come potrà sopravvivere a questa immane disgrazia».
«Non lo meritavano - dice singhiozzando una giovane vicina ancora in pigiama– erano buoni come il pane. Lavoratori. Antonio non si risparmiava per non fare mancare niente alla sua famiglia, lavorava sodo. Enza era la dolcezza fatta persona. Avevano da poco ristrutturato l’abitazione con grandi sacrifici - e mentre sta parlando vede qualcuno arrivare e gli corre incontro in lacrime. Era il fratello minore di Enza, Francesco, giunto sconvolto da Firenze dove lavora, dopo essere stato informato dell'accaduto. «Mia sorella! Mia sorella» urla piangendo, mentre tutti sperano sia ancora viva.
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