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Camorra

Clan Sasso, affondo della Dda

Faida e droga ad Afragola, la procura chiede 31 condanne per oltre 3 secoli di carcere

Clan Sasso, affondo della Dda

Nei riquadri gli imputati Giuseppe Sasso, Nicola Luongo, Pietro De Filippis, Adriano Laezza, Vincenzo De Pompeis e Luca D’Auria

NAPOLI. Fiumi di droga e guerriglia urbana per conquistare il controllo del rione Salicelle di Afragola e parte di Casoria, rischio stangata per l’emergente cartello Sasso-Parziale. Ieri mattina, con la requisitoria del pubblico ministero della Dda, è entrato nelle fasi decisive il processo di primo grado scaturito dal blitz di dicembre scorso e per ras e gregari dell’agguerrito clan sono state invocate trentuno condanne, per un ammontare di quasi tre secoli e mezzo di carcere.

A rischiare grosso sono soprattutto i presunti capi del cartello, i giovani ras Giuseppe Sasso “’o nennillo” e Vittorio Parziale, per i quali il pm ha invocato davanti al gup 20 anni di carcere a testa. Questa nel dettaglio la requisitoria del pm, che ha chiesto le seguenti pene: Carlo Castellacci, 10 anni; Giovanni De Pompeis, 12 anni; Antonio Mosella, 8 anni; Antonio Raucci, 12 anni; Vittorio Parziale, 20 anni; Antonietta Parziale, 10 anni; Veronica Parziale, 10 anni; Luigi Grieco, 12 anni; Gennaro Aristarco 14 anni; Vincenzo Corsini, 10 anni; Giuseppe Sasso, 20 anni; Vincenzo De Pompeis, 14 anni; Luciano Santoro, 3 anni e 4 mesi; Pasquale Varriale, 6 anni; Nicola Luongo, 14 anni; Christian Luongo, 14 anni; Alfonso Crisci, 16 anni; Francesco Rossi, 8 anni; Raffaele Fusco, 12 anni; Federico Maldarelli, 10 anni; Michele Bizzarro, 10 anni; Vincenzo Campanile, 12 anni; Alberto Carillo, 5 anni e 4 mesi; Luca D’Auria, 10 anni; Pietro De Filippis, 16 anni; Annamaria De Luca, 8 anni; Francesco Graziano, 3 anni e 4 mesi; Adriano Laezza, 12 anni; Roberto Alfio Maugeri, 8 anni; Domenico Marrone, 11 anni e 8 mesi; Ciro Sannino, 12 anni.

Terminata la requisitoria, è stato poi il turno delle arringhe difensive degli avvocati Dario Carmine Procentese , Luigi Poziello e Luca Pagliaro, chiamati a scalfire un impianto accusatorio rivelatosi fin qui granitico. Dopo di che il processo è stato rinviato al prossimo 29 ottobre.

Mentre a fine dicembre è attesa la sentenza. All’esito dell’attività investigativa, svolta dal Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna, dalla Squadra Mobile di Napoli, dal commissariato di Afragola e dalla stazione dei carabinieri di Afragola, sarebbe emersa l’operatività del gruppo camorristico, articolazione del clan Moccia, operante ad Afragola e con base logistica nel rione Salicelle.

Le indagini avevano consentito di svelare le presunte modalità operative del clan nella gestione delle attività illecite nelle aree di Afragola e Casoria, attraverso il compimento di azioni violente, anche attraverso le stese. Gli inquirenti ipotizzano l’esistenza dei due distinti sodalizi finalizzati al traffico di stupefacenti, con annesso monopolio nel rifornimento delle piazze di spaccio del rione Salicelle e nella cessione al dettaglio di droga nel comune di Afragola e dintorni.

Clan Sasso, affondo della DdaSecondo la Dda, i Sasso e i Parziale avrebbero avuto poi a disposizione numerose armi da fuoco, anche da guerra. Per imporsi la nuova mala di Afragola avanzava a colpi di racket e rapine a mano armata contro imprenditori e commercianti.

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