Tutte le novità
Usura
25 Settembre 2024 - 09:18
NAPOLI. Tassi usurari che in alcuni casi superavano il 100 per cento di interessi, con l’ombra del clan Contini di Poggioreale. L’indagine dei carabinieri, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia, si è sviluppata nell’arco di diversi mesi a partire dalla denuncia di un dipendente del ministero dei Beni culturali per arrivare a risultati sorprendenti.
Alla spalle di un meccanico del quartiere c’era un’organizzazione, definita nell’ordinanza di custodia cautelare «gli usurai della Stadera», composta da una decina di persone con le quali collaboravano personaggi minori. Così, in 14 all’alba di ieri sono finiti in arresto, un quindicesimo è irreperibile, altri cinque restano a piede libero: complessivamente si tratta di venti indagati, dei quali sette si trovano adesso in carcere e altrettanti ai domiciliari.
La procura chiedeva l’applicazione anche dell’aggravante mafiosa, ma il gip l’ha esclusa per tutti. Sia a condurre le indagini che a eseguire i provvedimenti restrittivi sono stati i carabinieri del Nucleo operativo della compagnia Poggioreale, con il supporto dei colleghi del Nucleo investigativo di Napoli e dei Gruppi carabinieri di Napoli e di Castello di Cisterna. Le accuse nei confronti degli indagati, a seconda delle varie posizioni, sono di usura ed estorsione.
Le vittime, due fratelli: l’impiegato e un medico, caduti nelle grinfie degli strozzini secondo gli investigatori per aver condotto una vita al di sopra delle loro possibilità ma anche per notevoli perdite al gioco. «Abbiamo dato loro 9mila euro in quattro settimane, senza togliere una lira al debito», lo sfogo del primo al fratello intercettato da una microspia. Gli indagati (tutti da considerare innocenti fino all’eventuale condanna definitiva) avrebbero estorto denaro ai due uomini residenti nella periferia di Napoli per debiti contratti a tassi usurari pazzeschi, superiori alla media.
Tutti i destinatari della misura erano a casa a dormire quando i carabinieri hanno bussato alla porta, tranne Fabio Musella che risulta al momento irreperibile. Secondo gli inquirenti i capi dell’organizzazione erano Giuseppina Cinque (deceduta nel corso delle indagini), Francesco e Vincenzo Cosenza (padre e figlio), Massimo Cerrato (finito nel mirino insieme alla compagna Elisabetta Visco), Costantino Bacioterracino. Tra le persone coinvolte nell’inchiesta figura Giuseppe Cimminiello, figlio del defunto Domenico detto “Mimì ’o mericano”, ritenuto vicino ai Contini.
Un ruolo importante nella vicenda sarebbe stato giocato da Angelo Alfieri, un meccanico incensurato con officina a Poggioreale che conquistata la sua fiducia inserito una delle due vittime nel giro dei presunti usurai, facendo da tramite e in alcuni casi provvedendo a prendersi le “rate” dal funzionario ministeriale per consegnarle ai complici. Tutti sapevano di essere indagati dopo una perquisizione domiciliare conclusa con il sequestro di manoscritti con nomi e cifre, in un caso nascosti sotto il materasso. A quel punto era troppo tardi per cancellare le prove e ieri sono scattate le manette.
Copyright @ - Nuovo Giornale Roma Società Cooperativa - Corso Garibaldi, 32 - Napoli - 80142 - Partita Iva 07406411210 - La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo - Il giornale aderisce alla FILE (Federazione Italiana Liberi Editori) e all'IAP (Istituto di autodisciplina pubblicitaria) Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo giornale può essere riprodotta con alcun mezzo e/o diffusa in alcun modo e a qualsiasi titolo