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Camorra
28 Settembre 2024 - 09:59
Per gli investigatori era lui il destinatario del sinistro messaggio intimidatorio dello scorso 22 settembre: Emmanuele Marigliano, giovane ras delle Case Nuove che sarebbe entrato in contrasto con altri emergenti della zona adiacente la stazione centrale, sia verso il quartiere Mercato che l’Arenaccia. È solo un’ipotesi, va precisato, perché la stesa con l’esplosione di dieci colpi di pistola non è avvenuta sotto casa del presunto bersaglio ma a distanza, sia pur breve. Tuttavia chi conduce le indagini collega l’episodio agli ultimi accaduti, a partire dal tentato omicidio di Nicola Giuseppe Moffa detto “Nico”. Dieci bossoli calibro 9 di notte per marcare il territorio e intimidire i nemici di camorra per una guerra che va avanti a fase alterne e con rimescolamenti interni alla malavita del rione, da gennaio scorso. Allora, il 17 di quel mese, fu ferito gravemente in un agguato Nicola Giuseppe Moffa detto “Nico”, 19enne vicino a coetanei dei Contini. Le tensioni sono rimaste e l’ultimo episodio lo dimostrerebbe. L’allarme è scattato in via Padre Ludovico da Casoria con una telefonata anonima intorno alla mezzanotte di sabato e sul posto si sono precipitati i poliziotti dell’Ufficio prevenzione generale della questura e del commissariato Vicaria-Mercato. Ai quali è bastato dare un’occhiata per capire che la segnalazione era veritiera: a terra, all’altezza del civico 32, hanno repertato ben 10 bossoli calibro 9, tipico delle azioni di stampo camorristico. Nessuno è rimasto ferito né sono stati riscontrati segni di impatto su muri, balconi o finestre. Il che fa pensare a un messaggio in stile malavitoso. Le indagini, partite immediatamente, si sarebbero già orientate verso la pista dello scontro in atto alle Case Nuove, rione del quartiere Mercato a metà strada tra la CAMORRA La stesa sarebbe collegata al precedente tentato omicidio di Nico Moffa Faida tra babyras al Mercato, Marigliano jr era già nel mirino zona della stazione centrale e l’area dell’ospedale Loreto Mare. L’esordio fu rappresentato dal tentato omicidio di “Nico” Moffa, per il quale la Squadra mobile ha arrestato Giuseppe Marigliano detto “Cavallo pazzo” (fratello di Emmanuele, libero ed estraneo all’inchiesta), poi si sono verificate altre azioni soprattutto di guerriglia con “stese” e scorribande armate. Gli investigatori hanno lavorato fino all’alba per acquisire quanti più elementi possibili per la polizia scientifica e tracce eventualmente lasciate dai malviventi. Non ci sarebbero immagini utili della videosorveglianza mentre emergerebbe che a sparare sia stata una sola persona con il complice alla guida di uno scooter. Il tempo di fermarsi un attimo ed esplodere i colpi di pistola. Sull’agguato ai danni del giovane “Nico” Moffa la sezione “Omicidi” della Squadra mobile è risalita ai presunti responsabili anche grazie a una serie di intercettazioni. “Mamma... cavallo pazzo ha sparato a Nico”. Alle 18 e 29 del 17 gennaio Gennaro Moffa, bersaglio mancato nel corso dello stesso agguato, parlò con la madre e nella concitazione del momento non pensò di poter essere intercettato. Così “Genny” confermò indirettamente i sospetti degli investigatori su Giuseppe Marigliano.
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