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La sentenza

Camorra a Torre Annunziata: dieci condanne tra i Gallo-Cavaliere

Racket a tappeto durante la pandemia, inflitto in primo grado un secolo di carcere

Camorra a Pozzuoli: dieci condanne tra i Gallo-Cavaliere

Raffica di estorsioni in occasione di Natale e a Pasqua, anche ai danni dei piccoli commercianti, arriva una sfilza di condanne per ras e gregari del temibile clan Gallo-Cavaliere di Torre Annunziata. Il gup del tribunale di Napoli Fabio Lombardo, dando ampio accoglimento all’impostazione accusatoria, ha inflitto pene per un ammontare di quasi un secolo di carcere. Questo, nel dettaglio, il dispositivo di sentenza: Salvatore Gallo, 16 anni di reclusione in continuazione con altra sentenza; Salvatore Abbellito, 15 anni e 8 mesi in continuazione; Gennaro Battipaglia Gallo, 15 anni in continuazione; Giuseppe Colonia, 13 anni e 6 mesi in continuazione; Carmine De Rosa, 8 anni e 8 mesi in continuazione; Luigi Visciano, 8 anni e 4 mesi in continuazione; Francesco Gallo, 6 anni in continuazione; Lucia Gallo, 5 anni e 8 mesi in continuazione; Carmine Vitagliano, 4 anni; Liberata Colonia, 2 anni. Per quest’ultima, nota anche per essere la moglie del boss Francesco Gallo, è stata anche disposta la scarcerazione. Per lei la procura aveva chiesto 15 anni. L’accusa lo aveva definito “il processo delle donne”, evidenziando l’elevata caratura criminale sia di Colonia che di Lucia Gallo. La tesi della procura è stata poi di fatto respinta dal giudice del rito abbreviato che ha inflitto pene tutto sommato morbide ad entrambe. A processo per estorsione, associazione mafiosa e detenzione di armi, i vertici e i gregari del clan sono stati comunque condannati a 95 anni. Emessa ieri mattina la sentenza che decapita i Gallo-Cavalieri dopo la maxi-inchiesta della Direzione distrettuale antimafia. Estorsioni, usura e intimidazioni. Il clan aveva in pugno imprenditori e commercianti di Torre Annunziata, stritolati anche in piena emergenza covid. Nel mirino della cosca soprattutto le agenzie funebri del territorio a cui veniva categoricamente ordinato di versare una quota di 250 euro per ogni funerale. A incassare le condanne più dure sono stati i reggenti del clan all’epoca dei fatti, incastrati dalle indagini della Dda. Quindici anni e otto mesi per Salvatore Abbellito, tredici anni e sei mesi per Giuseppe Colonia, sedici anni per Salvatore Gallo e quindici anni per Gennaro Battipaglia Gallo. Dai supermercati ai negozi di abbigliamento: nessuno era al sicuro dagli artigli del clan. Otto anni e otto mesi per Carmine De Rosa, sei anni per Francesco Gallo, otto anni e quattro mesi per Luigi Visciano, quattro anni per Carmine Vitagliano, due anni con sospensione della pena per Liberata Colonia e cinque anni e otto mesi per Lucia Gallo. Fu l’inchiesta condotta dalla Dda a scoperchiare il Vaso di Pandora sulle attività criminali dei Gallo-Cavalieri. Durante le indagini gli investigatori scoprirono un patto con i Gionta, protagonisti in passato di sanguinose faide di camorra. A determinare la tregua tra i clan fu proprio il pizzo imposto alle agenzie funebri. Le cosche, infatti, consolidarono il sodalizio dividendo i profitti delle estorsioni. Uno scenario criminale inquietante e radicato in profondità nel territorio.

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