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malanapoli
30 Settembre 2024 - 08:42
NAPOLI. A pochi giorni di distanza dall’omicidio di Camillo Esposito, le strade di Scampia tornano a tingersi di rosso sangue. Un commando di sicari è entrato in azione nella prima serata di sabato in via Francesco Bacone, a ridotto del complesso di edilizia popolare conosciuto come il Lotto G, e ha sparato alcuni di pistola all’indirizzo di Giuseppe D’Andrea, cinquantenne già noto alle forze dell’ordine.
La vittima è per fortuna riuscita a cavarsela senza grosse conseguenze fisiche e, ricevute le prime medicazione all’ospedale Don Bosco, è stata dimessa con una prognosi di quindici giorni. Le indagini sul caso sono adesso condotte dalla polizia di Stato, che non ha alcuna intenzione di prendere sottogamba l’episodio. Il rischio di una nuova escalation all’ombra delle vele, soprattutto dopo il recentissimo assassinio di Camillo Esposito, è infatti tutt’altro che un’ipotesi remota.
Tornando all’obiettivo del raid di sabato sera, Giuseppe D’Andra non risulterebbe legato ad alcuna organizzazione criminale, alle spalle ha però alcuni precedenti di polizia per reati contro il patrimonio e per droga. Sul punto, gli inquirenti non escludono che il suo ferimento possa essere maturato proprio nell’ambito dei contrasti legati ai traffici di stupefacenti, business sempre molto attivo e remunerativo nel quartiere Scampia.
La zona in cui è scattato l’agguato, il Lotto G, è tra l’altro ormai da anni sotto il controllo della famiglia Angrisano, gruppo capofila della Vanella Grassi: lo stesso clan al quale, pur non essendone affiliato, sarebbe stato molto vicino Camillo Esposito. Stando così le cose, non sarebbe dunque del tutto da escludere la pista che conduce al doppio regolamento di conti tutto interno alla “Vinella”. Proseguono intanto le indagini sul’omicidio di Camillo Esposito. Uno “specchiettista” sarebbe entrato in azione per favorire il sicario e il complice che l’hanno ucciso.
In teoria il 29enne potrebbe anche essere stato seguito da casa al salone da barbiere, ma il tragitto da Miano a Scampia non è breve e la vittima avrebbe potuto accorgersene. Molto più agevole per il clan che ha deciso la sua eliminazione, assoldare un informatore e andare a colpo sicuro. Una ricostruzione che ben si adatta alle fasi dell’agguato su cui non ci sono dubbi e che dimostra come tutto sia stato organizzato a tavolino.
Ma chi e perché voleva la morte, molto violenta tra l’altro, di un 29enne senza denunce a carico per camorra e legami organici con clan? Quale sgarro gravissimo avrebbe compiuto Camillo Esposito per subire un agguato con l’esplosione di ben dodici colpi di pistola? È ciò che stanno cercando di capire gli investigatori della polizia che conducono le indagini: i poliziotti della squadra giudiziaria del commissariato Scampia e i colleghi della sezione Criminalità organizzata della squadra mobile della questura. Un primo dettaglio importante è già venuto fuori: la vittima ultimamente si era avvicinata alla Vanella Grassi, anche se non si conoscerebbero ancora i dettagli del presunto legame.
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