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La maxiretata
03 Ottobre 2024 - 12:21
Il procuratore capo di Napoli, Nicola Gratteri
«Oggi i cittadini di Napoli sono un po' più liberi e possono scegliere da che parte stare». Lo ha detto il procuratore Nicola Gratteri, parlando del maxi blitz anticamorra contro il clan De Micco-De Martino che «aveva il controllo assoluto di gran parte della città». Le indagini sono state condotte dalla Squadra Mobile della Questura di Napoli e coordinate dalla Direzione distrettuale Antimafia attraverso intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche.
Nel corso delle indagini sono stati sequestrato oltre 200 chilogrammi tra cocaina, eroina, marijuana e droghe sintetiche. Sugli alloggi popolari occupati illegalmente, «i clan creano condizioni affinché non entrino altre persone estranee all'organizzazione» ha spiegato Gratteri.
«Ci sono persone che non hanno coraggio e occupano ruoli importanti, e il coraggio non si vende alla Standa» ha detto Gratteri rispondendo alle domande dei giornalisti che gli hanno chiesto di commentare le problematiche dell'assegnazione degli alloggi popolari. Alla conferenza stampa hanno preso parte anche il magistrato Rosa Volpe, con compiti di collaborazione del coordinamento dell'Area 1 della Dda, il questore di Napoli Maurizio Agricola e il dirigente della Squadra Mobile Giovanni Leuci.
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Il clan De Micco-De Martino controllava chi poteva risiedere negli alloggi popolari nel rione Ponticelli di Napoli. La Polizia di Stato, con personale della Squadra Mobile e del Commissariato di P.S. Ponticelli, ha dato esecuzione a una ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 60 persone, gravemente indiziate, a vario titolo, di associazione di stampo mafioso, associazione a delinquere finalizzata al furto, concorso esterno in associazione mafiosa, tentato omicidio, possesso ingiustificato di armi e ordigni esplosivi, estorsione, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, furto e ricettazione.
L'indagine, condotta tra il 2021 e il 2022, ha documentato l'esistenza e l'operatività del gruppo camorristico, operante nell'area orientale del capoluogo e in alcuni comuni della provincia, facente capo alle famiglie De Micco (Bodo) e De Martino (XX), espressione, sui predetti territori, del più noto clan Mazzarella. Tra i dettagli emersi nel corso delle indagini, c'è la gestione degli alloggi popolari, con tanto di prezziario, all'interno delle cosiddette nel rione Fiat del quartiere Ponticelli.
Le indagini hanno dimostrato come il clan gestisse, in modalità monopolistica, il racket degli alloggi popolari, grazie alla capacità di affidare le abitazioni a persone compiacenti e dietro il pagamento dai 2500 ai 5mila euro. Il clan controllava anche i servizi di pulizia dei comprensori popolari di Ponticelli, affidati a soggetti affiliati ai quali gli inquilini erano costretti a rivolgersi.
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