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Clan De Martino, corteo armato per prendere la bambina

La vicenda è emersa nel corso delle indagini

Clan De Martino, corteo armato per prendere la bambina

Il controllo capillare del territorio nel quartiere Ponticelli di Napoli passava anche dall'assegnazione delle case popolari nel rione Fiat e dai "cortei" armati. A confermarlo è Rosa Volpe, procuratore aggiunto che, con il pool della Direzione distrettuale Antimafia di Napoli, ha coordinato le indagini sulle famiglie De Micco "bodo" e De Martino "XX".

Dalle indagini è emerso che «il clan aveva un duplice interesse: creava profitto sulle case occupate e cedute ad altri affiliati con il pagamento di somme di denaro, ma allo stesso tempo inseriva persone di proprio gradimento nel rione, togliendo gli alloggi a rivali, parenti di pentiti o semplici persone perbene».

Le complesse indagini condotte dalla Squadra Mobile della Questura di Napoli sono state completate dalle dichiarazioni di due collaboratori di giustizia. Da case popolari alla gestione del servizio di pulizia in diversi stabili, fino al controllo dei furti per i cavalli di ritorno. Il clan De Micco-De Martino aveva il controllo di tutti gli affari illeciti.

Nel corso delle indagini, è emersa anche la vicenda del "corteo" armato della famiglia De Martino, con Carmela Ricci mamma di Salvatore De Martino e moglie di Francesco De Micco che, con la "scorta", «andava a ritirare la bambina del figlio per portarla a casa loro, senza provvedimenti e autorizzazioni del giudice - ha ricordato Rosa Volpe - creando anche un grosso allarme per la famiglia della mamma della bambina».

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