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Ponticelli
05 Ottobre 2024 - 09:11
Nei riquadri il boss Marco De Micco, il fedelissimo Ciro Naturale “’o mellone” e Christian Marfella, referenti dei rivali De Luca Bossa
Non è un caso che Ciro Naturale “’o mellone” sia finito nel mirino del clan De Luca Bossa di Ponticelli, i cui componenti il 23 luglio 2022 distrussero con una bomba la Jeep intestata alla moglie. Era chiaro il bersaglio e con l’inchiesta culminata nei 60 arresti dell’altro ieri, lo scenario è persino più nitido. In quel periodo il 47enne, allora senza alcun precedente di polizia a carico, stava svolgendo le funzioni di reggente del gruppo De Micco. Tant’è vero che anche successivamente le minacce e i messaggi sinistri continuarono, addirittura con un’iniziativa molto particolare: una Nissan Micra girò in via Carlo Miranda, una sera di settembre di quello stesso anno, con due striscioni attaccati sulle portiere con altrettante scritte esplicite: “Mellone, sei il cesso nostro”, “Bodo, sei il cesso di Napoli”. L’autovettura fu poi bruciata e la notte seguente i “Bodo”, senza fare chiacchiere, si vendicarono incendiando la Fiat 500L utilizzata da Christian Marfella. La notte dell’esplosione, all’una circa, in casa Naturale erano ancora tutti svegli anche perché faceva caldo. Il 47enne ras si trovava nell’abitazione di suo fratello e intercettato dalla microspia che gli era stata piazzata nel soggiorno due giorni prima per un’altra indagine, lui stesso lo ha raccontato a chi gli chiedeva dove fosse al momento dell’esplosione. Ma soprattutto dai dialoghi appare certo che si era reso subito conto di essere lui il bersaglio dell’intimidazione. Oltre alla Jeep infatti erano state distrutte anche altre due autovetture parcheggiate vicine nel parco abitativo di via Virginia Woof, ma i proprietari non hanno precedenti penali né legami con la malavita organizzata: «Queste persone lavorano». Commentò con un congiunto Ciro Naturale: «Questo è un altro fatto grosso... ora ad agosto tutto il mese deve finire! Rimane il chiatto... (incomprensibile) solo che mi sparano!». Aggiungendo che poco prima dell’esplosione avevano bussato al citofono e lui pensando a un errore a quell’ora non aveva risposto. Na probabilmente non c’è alcun collegamento con la bomba: sarebbe stato inutile per gli attentatori accertarsi che il bersaglio fosse in casa. Per gli inquirenti dal primo momento è apparso più che probabile la responsabilità del clan De Luca Bossa nell’attentato a Naturale. Un anno e 4 mesi dopo Christian Marfella, reggente del gruppo con base nel lotto 0 di via Bartolo Longo, fu sottoposto a fermo confermato dal Riesame. Un ruolo importante nell’inchiesta lo ha avuto il pentito Antonio Pipolo. Nell’estate del 2022 le bombe furono il marchio di fabbrica della camorra di Ponticelli, su un fronte e sull’altro. L’elemento scatenante della faida, tuttora in atto sia pur a fasi alterne, è stato l’omicidio di Vincenzo D’Onofrio, fratellastro di Marfella junior. Nemmeno l’arresto di Marco De Micco ha fatto da freno e i fatti di sangue si sono succeduti nel tempo. Attualmente i “Bodo” sarebbero nuovamente i più forti, ma l’indagine culminata nel blitz di giovedì potrebbe aver cambiato gli equilibri o meglio, i disequilibri.
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