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Il caso

Don Guanella, contenzioso per una struttura

Il parroco Aniello Manganiello: «C’è una sentenza di sfratto da cinque anni non eseguita»

Don Guanella, contenzioso per una struttura

Don Aniello Manganiello

NAPOLI. «Ho tantissime idee in testa ma non posso tradurle in pratica perché non abbiamo disponibilità di alcuni locali nonostante una sentenza di sfratto esecutiva». A parlare è don Aniello Manganiello, parroco e vicesuperiore dell’Opera Don Guanella di Napoli.

Il riferimento è a una vicenda iniziata nel 2000 quando, racconta il sacerdote, «il Comune ci restituì alcuni locali nei quali erano state ospitate alcune classi delle scuole medie. Si pose il problema di cosa farne e due confratelli fondarono l’Associazione di volontariato guanelliano e ottennero il comodato d’uso gratuito dai vertici dell’Opera nonostante il parere contrario».

Successivamente, secondo la ricostruzione dell’Opera Don Guanella, i superiori napoletani instaurarono un contenzioso per riavere la struttura e nel 2019 la Corte di Appello di Napoli dispose il rilascio dei locali da parte dell’Avog. Si arriva all’aprile 2021 quando l’ufficiale giudiziario spedisce la notifica dello sfratto e nel luglio dello stesso anno effettua il primo accesso, seguito da un secondo a settembre ma il provvedimento viene respinta «in quanto l’Avog - racconta don Manganiello - spiega di avere in carico alcuni persone inviate dal Tribunale di sorveglianza di Napoli, attraverso l’Ufficio per l’esecuzione penale esterna, per la messa in prova».

A fronte di questa situazione, viene fissata una nuova data per l’accesso al 15 novembre e l’ufficiale giudiziario procede a chiedere al Tribunale di non inviare altre persone alla struttura. Intanto, dall’Avog viene presentato ricorso per ottenere il non luogo a procedere nei confronti della sentenza di sfratto. Richiesta rigettata nel novembre del 2022.

L’ultimo capitolo, in ordine di tempo, è la richiesta di riassunzione della sentenza di sfratto con l’udienza programmata per fine ottobre. «Dopo cinque anni dalla sentenza ancora non c’è una soluzione a questa vicenda - dice don Manganiello - e di questi locali, che sono anche sottoutilizzati a mio avviso, l’Opera non può disporre. E dire che qui le strutture sono molteplici visto che oltre la chiesa ci sono il semiconvitto, dei campi di calcio e uno di basket e si potrebbero organizzare tantissime attività per tutta la zona nord di Napoli. C’è un contenzioso giudiziario che continua e l’auspicio è che al più presto di possa arrivare alla soluzione definitiva della questione perché dobbiamo fornire sempre più spazi di aggregazione per le persone».

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