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L'indagine
08 Ottobre 2024 - 09:00
La polizia sul luogo dell'omicidio
NAPOLI. Avrebbe cercato di uccidere anche la moglie di Luigi Procopio, accorsa in suo aiuto, sparandole contro ma mancando il bersaglio. Ragion per cui è accusato anche di tentato omicidio Antonio Amoroso, per il quale il gip di Milano ha convalidato il fermo disposto dalla procura partenopea, dichiarandosi incompetente territorialmente e trasmettendo gli atti a Napoli. Oltre alla donna hanno assistito al delitto i figli del 45enne, uno di 16 e l’altro di 11, contro i quali il presunto assassino non ha puntato la pistola.
È il nipote acquisito della vittima e il movente starebbe in un debito di 5.000 euro avanzato dal 37enne, riconosciuto e accusato dai diversi testimoni. Nel corso dell’udienza di convalida è emerso pure che Antonio Amoroso (comunque da ritenere innocente fino all’eventuale condanna definitiva) avrebbe agito con premeditazione, attendendo Luigi Procopio nell’androne del palazzo che si affaccia sul civico 38 di vico VII Duchesca e sparando prima alla gamba del 45enne per poi finirlo mentre era a terra con altri colpi di pistola, di cui uno alla testa.
In quei frangenti Amoroso avrebbe successivamente fatto fuoco contro la moglie del 45enne, che si trovava a circa tre metri di distanza. Per fortuna ha mancato il bersaglio, rinunciandovi e allontanandosi a gambe levate. Durante il percorso della fuga una telecamera lo ha inquadrato bene in volto.
ll giudice per le indagini preliminari di Milano Roberto Crepaldi ha convalidato dunque il provvedimento di fermo emesso nei confronti di Antonio Amoroso, detenuto nel carcere di San Vittore. Secondo quanto emerso dalle indagini dei poliziotti della sezione Criminalità organizzata della Squadra Mobile di Napoli (dirigente Giovanni Leuci, vice questore Giuseppe Sasso) infatti, Antonio Amoroso avrebbe pianificato il delitto e non agendo d’impeto in seguito a un litigio in strada come sembrava inizialmente.
All'indagato vengono contestati quindi i reati di omicidio volontario aggravato, tentato omicidio, porto abusivo di pistola, possesso di documenti falsi (mostrati ai poliziotti quando l'hanno rintracciato e arrestato) e anche evasione dagli arresti domiciliari dove si trovava a Minturno, in provincia di Latina.
Il movente sarebbe riconducibile all’astio che Amoroso aveva nei confronti di marito e moglie (sua zia materna) per un presunto debito di 5mila euro: due anni fa, infatti, quando il 37enne era ricercato dalle forze dell’ordine per avere sparato alla compagna dell’epoca (nel 2022), Procopio e la moglie l’avrebbero convinto a costituirsi. Prima, però, Amoroso avrebbe consegnato la somma di danaro alla donna affinché la custodisse: soldi in parte usati da Amoroso per l’avvocato e per degli acquisti.
A luglio 2022, la moglie di Procopio cominciò a restituire i soldi, in varie tranches, chiesti proprio da Amoroso dal carcere grazie a un cellulare che deteneva illegalmente. Ma sempre secondo il racconto reso ai pm, avrebbe continuato a chiedere alla coppia gli iniziali 5mila euro.
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