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MALANAPOLI

Nuovo arresto per Bosti junior

Video proibiti dal carcere di Secondigliano, ordinanza-bis per il rampollo del clan

Nuovo arresto per Bosti junior

Patrizio Bosti, nipote del boss omonimo dei Contini

NAPOLI. «La galera non ci fa niente», «fedeltà, fedeltà». Postate su TikTok da Patrizio Bosti junior a corredo di due video girati nella cella del carcere di Secondigliano, le frasi sono costati un arresto bis al nipote omonimo del ras del clan Contini. Questa volta l’accusa per lui è di indebito utilizzo di un apparecchio telefonico durante la detenzione, con l’aggravante del metodo mafioso proprio per il contenuto dei brevi filmati.

Vi comparivano infatti anche dei simboli camorristici e gocce di sangue. L’altro ieri mattina sono stati i poliziotti della sezione “Omicidi” della Squadra mobile della questura (dirigente Giovanni Leuci, vice questore Luigi Vissicchio) a notificare al 20enne il nuovo provvedimento restrittivo. Gli investigatori avevano accertato che a marzo e a novembre 2023, mentre era ristretto a Poggioreale aveva pubblicato dei video su TikTok in cui affermava in maniera sfacciata la sua forza criminale e quella del clan d’appartenenza, mostrando così di non preoccuparsi delle conseguenze delle diffusioni delle immagini.

Arrestato e condannato in primo grado con la concessione degli arresti in casa, Patrizio Bosti junior a maggio scorso “ruppe” i domiciliari dandosi alla fuga. Sparì da Torino, città in cui aveva scelto di vivere nel periodo da recluso tra quattro mura confortevoli, così come aveva fatto l’amico e socio Giorgio Marasco, bloccato il 26 luglio a Forcella dai Falchi della Squadra mobile della questura.

Entrambi sono accusati (presunti innocenti fino all’eventuale condanna definitiva) di aver partecipato all’aggressione nel ristorante “Cala la Pasta” a due turisti argentini. Era il 15 maggio 2022 e subito le indagini presero la piega desiderata dagli investigatori con l’individuazione dei presunti responsabili. Per il nipote del boss del clan Contini la latitanza è durata fino ad agosto scorso.

Patrizio Bosti, omonimo dello zio ras e figlio di Ettore, e Giorgio Marasco avrebbero avuto ruoli simili nella vicenda che fece molto scalpore in città, originata da un “cavallo” su una moto enduro di Gennaro Vitone, “forcellano” con amicizie nel gruppo Contini-Bosti dell’Arenccia. La lite conseguente provocò due ferimenti ai tavolini di “Cala la Pasta” ai Tribunali e fece scattare un’indagine che in tempi rapidi portò all’emissione di quattro ordinanze di custodia cautelare.

Nell’inchiesta inizialmente figurarono 5 indagati a piede libero, che avrebbero avuto un ruolo minore nelle minacce ai testimoni e nell’aggressione a un turista. Di ciò si sarebbe reso responsabile Bosti junior. Tutto era cominciato nel tardo pomeriggio del 15 maggio 2022, quando Gennaro Vitone perse il controllo della moto che finì tra i tavolini del ristorante prendendo Veronica Carrasco intenta a servire i clienti, moglie del titolare che si trovava all’interno.

A un tavolo c’erano tre amici argentini in vacanza a Napoli, tra cui Carlos Bertossi colpito al volto dalla ruota della enduro nera. Per consentire la fuga a Vitone, in suo aiuto intervenne un folto gruppo di suoi amici e conoscenti.

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