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Il caso

Super hacker, spiate pure le mail di Gratteri

Il capo degli inquirenti napoletani avrebbe limitato i danni «prediligendo in modo prudente altri canali di comunicazione»

Super hacker, spiate pure le mail di Gratteri

Il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri

NAPOLI. Figura anche il procuratore capo di Napoli Nicola Gratteri nella lista dei magistrati presi di mira dall’hacker Carmelo Miano, l’ingegnere siciliano 23enne arrestato lo scorso primo ottobre a Roma nell’ambito di una indagine coordinata proprio dall’ufficio inquirente partenopeo. Secondo quanto rende noto il difensore di Miano, l’avvocato Gioacchino Genchi, in una memoria presentata ieri ai giudici del Riesame, l’hacker ha eseguito delle ricerche di atti che lo riguardavano sulla webmail di Gratteri il quale però faceva scarso uso di quella mail «prediligendo in modo assai prudente altri canali di comunicazione più sicuri».

Nella memoria di Genchi si legge che Miano «oltre agli accessi ai server e alle email della Guardia di Finanza, della Tim, della Leonardo e di altre aziende che operano nel settore delle infrastrutture informatiche istituzionali, per quanto riguarda la rete ‘giustizia.it’ ha tentato di accedere e ha certamente acceduto, procedendo altresì alla esfiltrazione di dati, alle caselle email personali, almeno, del sostituto procuratore presso la Procura della Repubblica di Brescia Erica Battaglia; del sostituto procuratore di Roma Luigi Di Fede; del sostituto procuratore di Gela Fabrizio Furnari; del sostituto procuratore di Napoli Claudio Orazio Onorati».

Durante l’interrogatorio del 4 ottobre, l’ingegnere «ha confermato di avere fatto accesso alle caselle email personali di ulteriori magistrati».

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