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Riesame

Sistemi violati, confermato il carcere per l'hacker

L'inchiesta resta per competenza territoriale a Napoli

Sistemi violati, confermato il carcere per l'hacker

Carmelo Miano

Carmelo Miano, l'hacker 24enne di Gela, resta in carcere e l'inchiesta resta per competenza territoriale a Napoli. Il tribunale del Riesame ha confermato l'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Napoli Enrico Campoli ed eseguita dalla Polizia Postale nell'ambito dell'inchiesta coordinata dalla Procura partenopea (procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli, sostituti Claudio Orario Onorati e Mariasofia Cozza).

Miano, assistito dall'avvocato Gioacchino Genchi, ha confessato di aver violato per anni i sistemi informatici del Ministero della Giustizia e, secondo l'accusa, si sarebbe appropriato delle password di almeno 46 indirizzi di posta elettronica, tra cui quelli dei procuratori di Napoli e Perugia, Nicola Gratteri e Raffaele Cantone.

Nella corposa istanza per chiedere la sostituzione della misura cautelare, il legale del 24enne siciliano con residenza a Roma ha anche confermato che Carmelo Miano avrebbe già offerto le sue competenze all'Fbi "in importanti investigazioni internazionali", all'Aisi (Agenzia informazioni e sicurezza interna) e anche alla stessa Polizia Postale che poi l'ha arrestato, il primo ottobre, a Roma, nell'ambito dell'indagine della procura partenopea sulle violazioni del sistema informatico del Ministero della Giustizia.

Per il momento, il 24enne resta detenuto presso il carcere di Regina Coeli a Roma, mentre è ancora in corso l'analisi della corposa documentazione informatica sequestrata durante la perquisizione nella sua abitazione.

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