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Scure sul clan degli Scissionisti, sequestro da 19 milioni al boss

Tegola per Gennaro Marino “McKay”, il ras che ha ispirato “l’immortale”

Scure sul clan degli Scissionisti, sequestro da 19 milioni al boss

L’indagine è stata condotta dalla guardia di finanza; nei riquadri il boss Gennaro Marino e “Ciro Di Marzio”, il personaggio di “Gomorra” a lui ispirato

NAPOLI. La scure dell’antimafia si è abbattuta su Gennaro Marino, il boss scissionista soprannominato “Genni McKay” che ha ispirato gli autori della serie “Gomorra” nel raccontare la storia del personaggio Ciro Di Marzio alias “Ciro l’immortale”.

Da ieri beni mobili e immobili, tra cui ben 18 appartamenti, gli sono stati sequestrati come presunto proprietario di fatto mentre nel mirino sono finiti 5 prestanome, che hanno ricevuto anch’essi la notifica del provvedimento emesso dai giudici della sezione delle Misure di prevenzione del tribunale di Napoli.

Tra coloro che avrebbero agevolato il ras con l’intestazione fittizia figurano due stretti congiunti e tre persone estranee alla cerchia dei parenti, tutti incensurati e appartenenti a nuclei familiari diversi. Il valore ammonta a circa 19 milioni di euro. Il sequestro al 55enne storico capoclan delle Case Celesti a Secondigliano, il primo a ribellarsi ai metodi di Cosimo Di Lauro e a favorire la scissione dalla cosca con base in cupa dell’Arco, è stato eseguito dai militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli, è scattato ieri mattina al termine dei minuziosi accertamenti compiuti dalle Fiamme gialle.

Va sottolineato che il provvedimento, adottato su proposta della procura antimafia, non è definitivo e può essere impugnato con un ricorso. Nel frattempo i beni mobili e immobili, tra cui le 18 abitazioni tra la Campania e la Calabria e due aziende, sono sotto il controllo dello Stato e gestiti da un amministratore giudiziario nominato dal Tribunale. Le imprese, attive nella distribuzione di carburanti e nella compravendita immobiliare, hanno sedi a Napoli e ad Arzano.

Il provvedimento scaturisce da accertamenti economico-patrimoniali eseguiti dai finanzieri nei confronti del boss, ritenuto ancora socialmente pericoloso al punto da impartire ordini anche dal carcere, è stato anche destinatario di sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno a Napoli (misura non eseguita per la detenzione in corso).

I militari hanno individuato 5 persone appartenenti a tre distinti gruppi familiari, con capacità reddituale dichiarata al fisco non tale da giustificare al fisco simili patrimoni, che avrebbero fatto sostanzialmente da prestanome a Gennaro Marino. Naturalmente avranno tempo e modo per dimostrare eventualmente il contrario.

Gennaro Marino, il cui fine pena è datato 2077, è detenuto in seguito a condanne definitive per associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, omicidio, tentato omicidio, sequestro di persona, distruzione legale di armi da fuoco.

Coinvolto nelle indagini in 4 omicidi, per gli inquirenti stato uno dei protagonisti della prima faida di Scampia, scoppiata alla fine del 2004, quando un gruppo di ex dei Di Lauro si rivoltarono contro il clan capeggiato allora dal figlio del boss Paolo detto “Ciriuzzo o’ milionario”. Il fratello Gaetano fu ucciso a Terracina nel 2012.

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