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Il processo
18 Ottobre 2024 - 09:26
Nei riquadri l’imputato Francesco Biancolella, Carmine Amato e Cesare Pagano: questi ultimi due già condannati all’ergastolo definitivo
NAPOLI. Accuse a picco per il presunto killer della faida di Scampia. Ieri mattina la quinta sezione della Corte d’assise d’appello di Napoli ha assolto dall’accusa di aver partecipato al triplice omicidio “Dobermann” Franceso Biancolella, difeso dall’avvocato Luigi Senese e dall’avvocato Andrea Di Lorenzo.
La decisione non era scontata in quanto giunta all’esito di un iter processuale travagliato. Biancolella era accusato di aver preso parte agli omicidi di Francesco Russo, Ciro Russo e Vincenzo Moscatelli, avvenuto a Mugnano di Napoli il 15 marzo del 2009. In particolare era accusato da ben quattro collaboratori di Giustizia, ovvero Antonio Lo Russo, il mandante, Biagio Esposito, l’esecutore materiale, e altri due chiamanti in correità - cioè Antonio Caiazza e Carmine Cerrato alias “Tekendò” che si occuparono delle fasi precedenti e successive all’omicidio, e sulla scorta di questo materiale è stato condannato in primo grado alla pena dell’ergastolo.
Successivamente alla sentenza di primo grado, la difesa ha però effettuato, con successo, indagini difensive (consistite nella ricerca dei tre cadaveri, che fino ad allora erano rimasti vittime di lupara bianca), al fine di far emergere l’inattendibilità dei collaboratori. Ebbene, nonostante all’esito dell’attività di indagine difensiva i corpi furono rinvenuti in un luogo totalmente diverso da quello indicato dai collaboratori, la quarta sezione della Corte d’assise d’appello confermò l’ergastolo comminato a Biancolella in primo grado.
Una prima svolta c’è però stata con la sentenza della prima sezione della Corte di Cassazione che il 21 aprile 2023, accogliendo il ricorso presentato dai difensori, ha annullato il doppio ergastolo inflitto, rinviando il processo ad un’altra sezione della Corte d’assise d’appello di Napoli per un nuovo giudizio.
Ieri il colpo di scena, con la quinta sezione della Corte d’assise d’appello, che dopo aver proceduto alla rinnovazione dell’istruttoria dibattimentale ascoltando nuovamente i pentiti, accogliendo le argomentazioni degli avvocati Luigi Senese e Andrea Di Lorenzo, ha assolto Biancolella dall’accusa di aver partecipato al triplice omicidio Dobermann per non aver commesso il fatto.
Per quella mattanza, avvenuta nell’ambito di uno cambio di sicari tra i clan Amato-Pagano e Lo Russo, mandanti ed esecutori materiali del cosiddetto triplice omicidio “Dobermann” la stangata era diventata definitiva ad aprile dello scorso anno. La prima sezione della Corte di Cassazione ha infatti ribadito gli ergastoli inflitti in primo grado e in appello ai boss Cesare Pagano, Carmine Amato (che incassa il primo fine pena mai irrevocabile) e Oreste Sparano.
Per i tre imputati eccellenti a nulla sono valse le confessioni rese nei due precedenti gradi di giudizio e, nel caso di Amato, il maxirisarcimento offerto alle famiglie delle vittime e il contributo alle indagini che nel 2020 ha consentito agli inquirenti di ritrovare quel che rimaneva dei cadaveri, sepolti in un terreno a Mugnano.
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