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IL DONO
18 Ottobre 2024 - 13:30
CASTELLAMMARE DI STABIA. I fedeli di Castellammare di Stabia stanno contraendo - a loro insaputa - un gigantesco debito morale nei confronti dei "Lumi Viventi di Misericordia". Da settimane, i "samaritani" della terra di Giordano Bruno e del Vescovo San Paolino giungono da Nola al Santuario della Madonna della Libera, percorrendo 40 km in andata e 40 al ritorno, per riportare a nuovo splendore un luogo identitario della città del Castello angioino affacciato sul Golfo di Napoli.
Quell'eremo costruito nel X secolo dai monaci Benedettini e a fine Ottocento donato ai Frati di San Francesco, era malridotto e alquanto abbandonato. Il lamento dei fedeli di Castellammare di Stabia, tra i quali tre anni fa era circolata la voce che sarebbe stato chiuso per mancanza di fondi e di vocazioni, non ha prodotto altro che il ripensamento sul destino del Santuario. La cappellina è rimasta aperta, con pochi frati a rendere culto all'immagine sacra della Madonna della Libera, piccolo gioiello bizantino, e pochi frequentatori domenicali, provenienti più da Gragnano che da Castellammare di Stabia. Ma era ormai chiuso e impraticabile l'ostello per l'ospitalità a chi desiderasse condividere con i confratelli del Poverello d'Assisi un periodo della propria vita. Chiusa e scarsamente utilizzabile la sala convegni, una volta molto vivace ed affollata dalle famiglie che se ne servivano per riunirsi la domenica pranzando insieme in comunità. Soli i matrimoni si sono continuati a celebrare, per la privilegiata posizione panoramica della chiesetta e il suo sagrato.
Ora tutto sembra destinato a cambiare. Grazie ai volontari dell'associazione "Lumi Viventi di Misericordia" che circondano con gioia e tanta energia padre Franco Picardi, attuale rettore del Santuario della Madonna della Libera, giunto da Nola dove centinaia di fedeli, da lui animati, si dedicavano alle opere di carità e alla preghiera dedicata alla "Divina Misericordia".
E su questa scia, di carità e generosità condita da sorrisi e tanto entusiasmo, il lavoro dei "Lumi Viventi di Misericordia" ha ripulito salone e ostello, rimesso a nuovo gli interni tinteggiati di fresco, riparato l'impianto elettrico e idraulico (ciascuno mettendo a disposizione della comunità i propri talenti e le proprie competenze), riproponendo all'utilizzo pieno la struttura e rendendo di nuovo la purezza del bianco alla Madonnina in cima all'arco d'ingresso che accoglie i visitatori.
È tutto pronto, quindi, per la grande festa di domenica: "Le Nozze di Cana". Dopodomani al Santuario della Madonna della Libera arriva don Pasqualino di Dio, missionario della Divina Misericordia, incaricato da Papa Francesco di coordinare i gruppi di preghiera che - in tutta Italia - praticano la devozione alla preghiera e all'immagine ispirata a Santa Faustina Kowalska durante le sue visioni di Gesù Misericordioso. La giornata, organizzata da padre Francesco con i "suoi Lumi" e la signora Graziella Iorio - terziaria francescana -, prevede la rappresentazione dello sposalizio tra Gesù e la Chiesa, con l'Adorazione Eucaristica alle ore 10 (accoglienza ore 9,45); celebrazione della Santa Messa presieduta da don Pasqualino di Dio (ore 11), poi il "banchetto degli sposi", «Gesù e tutti noi che formiamo la Chiesa», spiega frate Franco.
Sono tutti invitati, ma non tutti potranno partecipare al pranzo sontuoso con canti, danze, torta e confettata finale, perché gli spazi sono insufficienti a contenere tutti. «Abbiamo potuto accogliere solo 100 persone, avevamo una lunga lista di richieste, considerato che negli anni passati, a Nola, abbiamo accolto fino a circa 300 persone» spiega frate Franco.
Ma nel programma dei frati del Santuario della Madonna della Libera ci sono tante altre iniziative. Ora sta agli stabiesi cominciare a tornare all'eremo che fu tanto amato anche da Monsignor Francesco Saverio Toppi e per il quale è in serbo un "ruolo" speciale destinato a diventare di grande richiamo.
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